Torre Annunziata, camorra: la strana storia di Salvatore Scognamiglio

Gnappetto è in carcere per una pena residua e cumulativa di 15 anni per reati che vanno dalla detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio all’associazione a delinquere

Salvatore Scognamiglio , l’ esponente di spicco del clan Gionta graziato dai giudici . La Cassazione aveva infatti cancellato l’ergastolo per Salvatore Scognamiglio che secondo l’accusa avrebbe preso parte al duplice omicidio di Francesco Paolo Genovese e Antonio De Angelis (2 pusher del clan rivale Gallo-Cavalieri) avvenuto il 22 aprile del 2007. Scognamiglio, alias “gnappetto”, fu arrestato pochi mesi dopo il fatto: per gli inquirenti Scognamiglio era un armiere del clan Gionta e responsabile, insieme ad altri complici, dell’agguato mortale ai danni di Genovese e De Angelis.




Salvatore Scognamiglio è comunque in carcere per un’altra pena residua e cumulativa di 15 anni per reati che vanno dalla detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio all’associazione a delinquere. Il clan Gionta è stato capace negli anni di rigenerarsi con incredibile rapidità . Tuttavia nei figli del ras Valentino Pasquale e Aldo non avrebbe trovato i successori ideali di un padrino di camorra talmente potente da infiltrarsi nel mondo politico istituzionale avendo sul libro paga insospettabili professionisti, cattivi amministratori e infedeli appartenenti alle forze dell’ordine.

Radio Mala vorrebbe Scognamiglio particolarmente vicino allo stragista dei Gionta, attualmente condannato all’ergastolo, Umberto Onda : forse proprio per il ruolo di armiere Scognamiglio potrebbe essere stata la spalla logistica di Onda , un killer particolarmente temuto dai clan della camorra per il modus operandi oltremodo violento. Torre Annunziata si trova ancora oggi a pagare il prezzo di una sub cultura figlia della camorra e della prevaricazione violenta. Non è un caso che ancora tra i vicoli del centro storico e della zona portuale il nome di Valentino Gionta resti un mito per molti giovani sbandati.




Il territorio oplontino necessita di interventi concreti e in tempi utili per combattere efficacemente il crimine organizzato : in tal senso occorre ottimizzare i beni confiscati alla camorra che non possono e non devono restare inattivi. Il tal senso il ruolo dell’amministrazione comunale appare determinante : il governo locale guidato dal sindaco Vincenzo Ascione deve collaborare con le associazioni territoriali perché si promuovano campagne di sensibilizzazione sulla legalità e sul vivere civile soprattutto nelle zone maggiormente a rischio della città.

Alfonso Maria Liguori



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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.