Nelle ultime settimane si sono registrati a Napoli numerosi episodi di violenza contro minorenni. L’ultima aggressione ieri sera davanti alla stazione del metro. Per questo motivo domani in Prefettura ci sarà un vertice alla presenza del ministro dell’Interno, Marco Minniti. Parteciperanno anche i vertici nazionali delle Forze dell’ordine, il Procuratore Distrettuale della Repubblica di Napoli e i vertici della magistratura minorile. L’ultimo episodio di violenza è di ieri sera, iniziato con gli insulti e terminato con un pugno in faccia a un sedicenne che ha riportato la frattura del setto nasale. Verso le 21.30, davanti alla stazione della metropolitana ‘Policlinico’.
La vittima ha riferito di essere stata avvicinata da un gruppo di ragazzi, di età compresa tra i 16 e i 18 anni, che non conosceva. Prima hanno iniziato ad insultarlo, poi lo hanno colpito al volto con un pugno rompendogli il naso. Il minorenne è andato a casa e poi con i genitori si è recato all’ospedale Vecchio Pellegrini dove gli è stata refertata una prognosi di 30 giorni. Il ragazzo ha rifiutato il ricovero. La Polizia di Stato, che non è intervenuta sul posto ma è stata allertata in ospedale, sta accertando i fatti. La sera prima, si ieri si era registrata un’altra un’aggressione ai danni di due studenti nel napoletano da parte di una baby gang a Pomigliano D’Arco.
In dieci, armati di catena per rapinare uno smartphone hanno picchiato due studenti di 14 e 15 anni. Le vittime hanno identificato due dei presunti aggressori, un 15enne e un 13enne. Proseguono intanto le indagini sul pestaggio del 15enne a Chiaiano mentre la madre del 17enne ferito alla gola lo scorso 18 dicembre a Napoli lancia un movimento civico “di madri ferite” e lancia un appello a quelle degli aggressori per aiutare i ragazzi.
Oggi, intanto, torna a scuola Arturo, il 17enne accoltellato una settimana prima di Natale. “Bentornato Arturo”, dice un grande striscione che i suoi amici hanno affisso all’ingresso. Sorride e ad accompagnarlo c’è la mamma, Maria Luisa Iavarone, che dal giorno dell’aggressione, non ha smesso un attimo di chiedere giustizia e il coinvolgimento di tutti per fermare la violenza di cui è stato vittima. Il ragazzo è imbarazzato quando varca il portone ingresso della sua scuola. “Sono imbarazzato perché non mi aspettavo tanti giornalisti al mio ritorno a scuola, questa accoglienza dei miei compagni – dice al suo arrivo – ora mi aspettano i professori, più i che miei compagni.
Sono emozionato, ciò che mi è mancato è stato anche questo portone – afferma – vorrei fare presto, ho lezione. So – ha continuato il diciassettenne – che ci sono stati anche altri ragazzi, penso di essere solo uno di una lunga serie e purtroppo ce ne saranno altri ancora. A quelli che vengono aggrediti – afferma – dico ‘appena potete cercate di buttarvi tutto alle spalle, dimenticare’. Io ci sono riuscito – sottolinea – anche se ogni tanto ritorna quello che ho vissuto. Mi ha aiutato mia mamma,la mia famiglia mi é stata vicino, mi sono anche sforzato da solo di superare la situazione – aggiunge -. I miei compagni mi hanno invitato a resistere, sapevano che il peggio era passato”.
Alfonso Maria Liguori