Torre Annunziata, camorra: la finta pace tra i Gionta e i Gallo

La tensione a Torre Annunziata resta alta : da un lato commercianti e imprenditori già esasperati dalla pressione fiscale in atto a livello nazionale alle prese con i signori del pizzo, dall’altro clan agguerriti

Torre Annunziata : pace solo apparente tra i clan Gionta e Gallo –Cavalieri. In realtà le due organizzazioni criminali, storicamente attive sul territorio, starebbero guadagnando solo tempo nell’attesa dell’occasione buona per sferrare l’attacco decisivo e impadronirsi definitivamente delle attività illecite sul territorio.




In questo particolare momento sarebbero i Gionta ad accusare il colpo : dietro le sbarre pezzi da 90 dell’organizzazione, tra cui lo stragista Umberto Onda, alias “ Umbertino”, condannato all’ergastolo per tre dei sei omicidi commessi tra il 1998 e il 2004 nel corso della sanguinosa guerra di mala contro il sodalizio criminale Limelli-Vangone e il boss Alfonso Agnello, alias “Chio Chio”, attualmente detenuto nel carcere di Opera dove sta scontando una condanna a 17 anni di reclusione.

Senza contare poi i sequestri di beni mobili e le confische di immobili subite dai Gionta : uno degli appartamenti in questione fu assegnato a Carmela Sermino, la vedova di Giuseppe Veropalumbo, carrozziere di Torre Annunziata ucciso da un proiettile vagante la sera del 31 dicembre 2007 (ad oggi resta sconosciuto il responsabile) mentre si trovava seduto a tavola di casa sua per festeggiare il capodanno in famiglia. Oggi il sito in questione è sede dell’Associazione “ Giuseppe Veropalumbo” : si aspetta di conoscere il programma di eventi che l’associazione promuoverà, si spera in tempi rapidi, in difesa della legalità partendo da un bene confiscato alla camorra oplontina.




Intanto tra i vicoli del centro storico sarebbe partito il toto nomi sul successore di Umberto Onda : si parlerebbe, come abbiamo già sottolineato tempo addietro, di un giovane poco noto tra le fila nemiche e quindi difficilmente individuabile. Il problema per il gruppo creato dal padrino mai pentito Valentino Gionta è fare cassa : costa mantenere affiliati e famiglie dei detenuti che se abbandonate dal clan potrebbero optare per improvvise “girate”, ovvero spronare i propri congiunti detenuti a passare tra le fila dei collaboratori di giustizia.

La tensione a Torre Annunziata resta alta : da un lato commercianti e imprenditori già esasperati dalla pressione fiscale in atto a livello nazionale alle prese con i signori del pizzo, dall’altro clan agguerriti che si sorriderebbero ipocritamente pronti a regolare definitivamente i conti alla prima occasione propizia.

Alfonso Maria Liguori



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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.