Allarme baby gang a Napoli: ecco cosa ha deciso il Ministro Minniti

Un intervento integrato fatto di più controlli, più uomini, tolleranza zero sui motorini fuorilegge ma anche in alcune iniziative di carattere sociale e di prevenzione

Cento uomini in più nelle zone della movida napoletana per fronteggiare quella che il ministro dell’Interno Marco Minniti definisce «una violenza nichilista» che «colpisce in modo casuale», caratterizzata da «modalità terroristiche». Questo quanto deciso dopo un vertice in Prefettura durato oltre tre ore : si tratta della risposta dello Stato al fenomeno delle baby gang che da tempo penalizza fortemente Napoli e provincia .




Un intervento integrato fatto di più controlli, più uomini, tolleranza zero sui motorini fuorilegge ma anche in alcune iniziative di carattere sociale e di prevenzione. È lo stesso responsabile del Viminale ad illustrarle, dopo essersi confrontato con i vertici nazionali delle forze dell’ordine, il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, il procuratore Giovanni Melillo e i magistrati del tribunale per i minori.

Quanto alle indagini in corso per risalire ai responsabili delle violenze, Minniti lascia trasparire ottimismo: «Possiamo dire di essere sulla buona strada o di aver già individuato i responsabili delle violenze inaccettabili di questi giorni a Napoli» esordisce al termine del comitato provinciale per l’ordine pubblico, nel corso del quale ha incontrato anche i familiari di alcune delle vittime delle violenze di questi giorni. «Ho incontrato Arturo e la sua mamma, i ragazzi aggrediti a Pomigliano – ha dichiarato il ministro – e ho mandato un affettuoso saluto a Gaetano e sua mamma Stella.




Ho incontrato persone coraggiose, che hanno subito un gravissimo e inaccettabile dolore e mostrato una forza di reazione straordinaria». Minniti in sintesi ha delineato un iter che dovrà portare a risultati immediati ma anche di lungo periodo. Saranno impiegati cento uomini dei reparti straordinari con il compito di controllare le zone della movida, quelle più frequentate dai giovani. «Non consentiremo – ha replicato il ministro – alle baby gang di cambiare le abitudini dei giovani napoletani». A questo si affianca il progetto di riorganizzazione delle forze dell’ordine in rapporto ai singoli municipi. «L’idea – ha concluso Minniti – è di avere dieci distretti di polizia, così da avere un responsabile del distretto in contatto con le municipalità.

Ci muoveremo per rafforzarla direttamente dal Ministero ed è importante che il presidente della municipalità possa parlare con il responsabile della pubblica sicurezza. Vogliamo inoltre sottrarre questi ragazzi ai modelli negativi e all’istruzione alla violenza cui sono assoggettati. È un aspetto molto delicato, ma lavoreremo anche su questo”. Tutto giusto : tuttavia ci sfugge l’aspetto preventivo della questione. Blindare Napoli per risolvere il problema sicurezza? Francamente siamo un po’ scettici : senza adeguata scolarizzazione, occupazione e sana aggregazione la lotta all’inciviltà e alla prevaricazione violenta soprattutto giovanile otterrà sempre risultati insoddisfacenti.

Alfonso Maria Liguori




 

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.