Torre Annunziata, camorra: nessuno “tocca” il territorio del clan Gionta

Pezzi da 90 del calibro dello stragista Umbero Onda, alias Umbertino, e Alfonso Agnello, alias Chio Chio, hanno per anni imposto la legge del clan sul territorio

I Gionta sarebbero ancora forti e radicati sul territorio : a rafforzare questa ipotesi la mancanza di tentativi da parte di clan operanti in paesi confinanti di conquistare, criminalmente parlando Torre Annunziata. Nonostante gli arresti eccellenti e le confische di beni i fedelissimi del ras Valentino Gionta rappresenterebbero ancora il gotha della mala oplontina . Pezzi da 90 del calibro dello stragista Umbero Onda , alias Umertino, e Alfonso Agnello , alias Chio Chio, hanno per anni imposto la legge del clan sul territorio tenendo costantemente a bada, tra guerre e finte paci, gli acerrimi rivali Gallo-Cavalieri.




Una strategia dettata dalla convenienza e dall’astuzia strategica che non sarebbe mai mancata agli uomini di don Valentino : per fare la guerra occorrono uomini e armi, in parole povere grossa disponibilità di denaro che potrebbe in questo particolare momento storico del clan non abbondare nelle casse dei valentini. Sfatata la voce di un possibile pentimento di un boss dei Gionta : nonostante la conferma all’ergastolo inflitta a Umberto Onda, condannato per tre dei sei omicidi commessi tra il 1998 e il 2004 nel corso della sanguinosa guerra di mala contro il sodalizio criminale Limelli-Vangone, sarebbe incrollabile la fede del primo killer del clan nei confronti del proprio gruppo camorristico.




Del resto questa è stata sempre una caratteristica che ha contraddistinto il super boss Valentino Gionta che non ha mai manifestato la minima volontà di pentirsi ne di dissociarsi dagli affari illeciti della famiglia nonostante sia detenuto dal 1985 nel carcere di Novara e dal 2007 sottoposto al 41 bis conseguentemente alla ripresa della faida a Torre Annunziata. Valentino Gionta è stato condannato per associazione camorristica, traffico di cocaina, corruzione (2 appalti di edilizia scolastica e rete fognante del Quadrilatero delle Carceri, rione di Torre Annunziata dove lo stesso Gionta abitava, per un giro di affari nel primo caso di 33 miliari di lire e nel secondo di 11 miliardi e 800 milioni), duplice omicidio, concorso in estorsione ai danni dei grossisti del mercato ittico di Torre Annunziata e voto di scambio.

Nei vicoli del centro storico di Torre Annunziata qualcuno sussurra : “ i leoni sono feriti ma ancora in vita”. Quei leoni sarebbero i Gionta dalle capacità rigenerative impressionanti e dalla potenzialità offensiva oltremodo rilevante che negli anni hanno fatto dei valentini uno dei clan più temuti della Nuova Famiglia.

Alfonso Maria Liguori



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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.