“Le baby gang? In villa comunale a Castellammare sono una costante. Basta incrociare lo sguardo sbagliato. La cosa non finisce lì, perché se ti hanno puntato devi ‘abbuscare’ non c’è niente da fare. E se reagisci e magari gliele suoni ritornano sempre, e più numerosi. E poi non sai mai con chi hai a che fare”. A parlare è Giovanni, 16 anni, di Castellammare di Stabia. Uno dei tanti ragazzi “normali” che nel fine settimane affollano il lungomare e tutte le zone della movida con gli amici.
L’allarme scattato a Napoli, dopo l’accoltellamento del giovane Arturo e l’escalation di altri terribili episodi, riecheggia anche in provincia. Ma il fenomeno non è per niente nuovo, anzi. Qualche anno fa un giovane di Gragnano fu accoltellato; delle ragazze furono pestate a sangue; un senzatetto fu preso a sassate; i negozianti del centro furono oggetto di lanci di oggetti e pietre. E questi sono solo gli episodi balzati agli onori delle cronache. La descrizione è sempre la stessa: orde di ragazzini vestiti più o meno uguali, che camminano tra la folla e che schiamazzano, spintonano. Aspettano che qualcuno presti loro attenzione, che magari gli dica una sola parola, uno sguardo. Spesso portano con loro ragazzine per trovare ancor più velocemente il pretesto per una bella rissa.
“Li vediamo da lontano e cerchiamo di cambiare strada – ha raccontato Giovanni – si riconoscono per come si muovono, per come ridono, per come ‘sfottono’. Sono pericolosi? Non lo so, certo se stai per i fatti tuoi non è piacevole trovarseli davanti. Non ti mollano più e si dice abbiano con loro coltellini e giraviti. Se stai con una ragazza è ancora più difficile fare finta di niente. Cosa fai se la toccano? Se le tirano i capelli? Non puoi tirarti indietro. Ultimamente si vedono a bordo di quelle bici elettriche. Tirano dritto, aspettando che tu dica loro qualcosa”.
“Io penso che a chiunque frequenti la villa comunale di Castellammare – gli ha fatto eco Antonio, 16 anni pure lui – sia capitato almeno una volta di averci a che fare. Non sappiamo chi sono né da dove vengono di preciso, ma è sicuro che escono di casa con l’obiettivo di fare male a qualcuno. A chiunque. Forse è una sfida, forse si divertono così. A casa? Ovviamente ci dicono di fare attenzione, mo’ sono preoccupati perché le baby gang stanno su tutti i telegiornali. Dobbiamo chiuderci dentro allora? Non se ne parla proprio”.