Via tutti coloro che hanno precedenti penali. Via tutti i latitanti. Via gli stranieri che possono minare la possibilità di creare una comunità più sicuro in Oriente. C’è la svolta negli Emirati Arabi dove, dopo anni di lotte burocratiche, dal prossimo febbraio si dovrebbe provvedere all’espulsione di tutti coloro che hanno raggiunto questo Paese solamente per sfuggire dai mandati di cattura. Tanti criminali ora iniziano a tremare. Tra loro, c’è anche Raffaele Imperiale, il capo de capos, il papa, Lello ‘o parente, Lelluccio ferrarelle, Lello di Ponte Persica.
E’ ricercato dal gennaio del 2016. Secondo alcune fonti governative si è nascosto negli Emirati Arabi dove starebbe conducendo una vita lussuosa. Almeno fino al prossimo febbraio. Imperiale dovrà scontare ben 18 anni di carcere a causa della condanna arrivata dopo il ritrovamento, in un casolare a Castellammare di Stabia, di due dipinti di Van Gogh (rubati dal museo di Amsterdam) oltre che di altri beni materiali per un valore di 20 milioni di euro. La decisione degli Emirati Arabi potrebbe complicargli i piani e costringerlo a scappare nuovamente, forse in Libano.
“Espellere non significa estradare”
E’ opportuno ricordare, però, che i criminali verranno espulsi dal territorio arabo. Non saranno estradati e quindi non saranno consegnati alle autorità italiane. Tuttavia, Imperiale è ancora latitante e per restare negli Emirati dovrà presentare un certificato, approvato dallo Stato di appartenenza, che provi la sua totale innocenza in eventi criminali negli ultimi cinque anni. Anche coloro che si trovano negli Emirati da più tempo, saranno costretti a procurarsi questo tipo di documento per poter restare in Medio Oriente.
“Espellere – spiega il deputato Pd Davide Mattiello, componente della Commissione antimafia, all’Ansa – non significa estradare: l’eventualità più probabile è che gli italiani cacciati cerchino di scappare altrove. Magari per alcuni di loro potrebbe tornare utile il Libano, se non fosse per quella notizia appresa nei giorni scorsi: la decisione di Vincenzo Speziali, (uomo d’affari di Catanzaro residente a Beirut, ndr) di collaborare con la giustizia italiana. Che sia la volta buona per le autorità italiane?”
Raffaele Imperiale, il re dei narcos
E’ il punto di forza dei Scissionisti di Napoli, colui che ha procurato la droga e le armi durante la faida di Scampia. Ma la sua carriera criminale è iniziata molto prima, intorno agli anni ’90. Gestiva un coffee shop ad Amsterdam e, grazie ad un’alleanza con i Di Lauro, consegnava loro marijuana e cocaina che veniva rivenduta nelle piazze di spaccio. Divenne, pochi anni più tardi, il punto di riferimento per l’arrivo in Europa di ecstasy. I suoi contatti in Sud America rifornivano il clan gestiti da Cesare Romano e poi da Raffaele Amato.
E’ stato protetto per anni dalle cosche del vesuviano. Sono state diverse le segnalazioni alle forze dell’ordine della sua presenza nella zona a Nord di Napoli ma è riuscito sempre ad evitare la cattura. Da qualche anno è scappato negli Emirati Arabi, godendo della sua grande ricchezza accumulata negli anni con il denaro sporco dei clan. Ma ora, a causa degli accordi internazionali, sarà costretto nuovamente a scappare. Sempre nel Medio Oriente.
Un narcos scaltro e senza precedenti
Non ci sono precedenti penali per Raffaele Imperiale. Non è mai stato arrestato (se non in un raid della polizia a Dubai, ma riuscì a scappare). E’ sempre stato un passo avanti a tutti comunicando, spesso, con reti ultra sicure e con sistemi di crittografia che potessero proteggerlo. Nonostante ciò, tantissimi clan di Napoli avevano contatti con lui sia per la droga che per le armi. Un giovane, nativo di Castellammare di Stabia, che si è creato un impero con i soldi maturati con le cosche del vesuviano.
Per riciclare tutto il denaro, Imperiale ha creato tre diversi tipi di società: una immobiliare, con sede a Villanueva de la Canada, non lontano da Madrid; una specializzata in imbarcazioni sull’Isola di Man; una d’investimenti, a Dubai. Era capace, con queste società, di fatturare milioni e milioni di euro l’anno. I suoi affari si spostavano fino in Spagna, Paese che riforniva particolarmente di cocaina grazie ai carichi che arrivavano dal Sud America. Con una rete di trasporti immensa, riusciva (nascondendo le attività illecite dietro il commercio dei fiori) a rifornire tutti i suoi contatti. Un ras furbo e attento, da sempre abituato alla fuga. Ora, però, sarà costretto a scappare di nuovo per evitare la cattura. Ma le autorità italiane sperano di fermarlo prima che sia troppo tardi.
Gennaro Esposito