Volla, gli cade il coltello all’uscita da scuola: 13enne segnalato alla Procura di Napoli

L’arma, lunga 24 cm, è stata sequestrata e sono in corso accertamenti per scoprire come il giovane se la si sia procurata

In una scuola media di Volla, durante l’uscita dei ragazzi al termine delle lezioni, un insegnante ha notato che dalla tasca di uno di loro, un 13enne, era caduto un coltello a farfalla. Il docente si è avvicinato velocemente e ha raccolto l’arma, chiamando poi i carabinieri della stazione di Volla. I militari hanno identificato il ragazzino e lo hanno segnalato all’ autorità giudiziaria per i minorenni per porto abusivo di armi.




L’arma, lunga 24 cm, è stata sequestrata e sono in corso accertamenti per scoprire come il giovane se la si sia procurata. Ancora una volta emerge la portata di un malessere giovanile che sta trasformando ragazzini in potenziali assassini. Il solo fatto di andare a scuola con un coltello di 24 cm la dice lunga sulla personalità del minore evidentemente influenzata ad modelli comportamentali criminali. Quanto in questo processo di implosione sociale possano aver avuto parte, sebbene involontariamente, note fiction televisive sulla camorra è argomento che fa discutere ancora psicologici , magistrati e dirigenti delle forze dell’ordine. A nostro umile avviso il problema è ben più complesso.

Mancanza di adeguata scolarizzazione, inoccupazione e alienazione sociale hanno prodotto danni incalcolabili nella formazione civile di una parte delle nuove generazioni, soprattutto dei giovanissimi provenienti da realtà ghetto dove lo Stato da sempre fatica ad imporsi. Non crediamo che la Repubblica deficiti dei mezzi per risolvere la questione ma che affronti l’emergenza sicurezza a Napoli, con particolare riferimento alla microcriminalità, con un inspiegabile lassismo.




Da anni le baby gang scorrazzano a Napoli e in provincia picchiando e derubando chiunque gli venga a tiro eppure per istaurare un tavolo straordinario sul delicato si è atteso che uno studente minorenne fosse ridotto in fin di vita da oltre dieci coltellate sferrate con inaudita violenza da coetanei. Allora qualcosa nel meccanismo gestionale di questo Paese proprio non funziona : si muovano i signori politici e gli amministratori e lo facciano nella trasparenza operativa che per decenni classi governanti colluse con la camorra e corrotte fino all’inverosimile non hanno mai potuto applicare. Parlano gli arresti che per lungo tempo hanno interessato infedeli servitori dello Stato, politici, amministratori, imprenditori presta nome dei clan a Napoli e nell’hinterland vesuviano.

Alfonso Maria Liguori



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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.