Nell’ambito dei servizi predisposti nel “Piano Sicurezza Giovani” gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato di Bagnoli hanno immediatamente bloccato 7 minori, sorpresi a lanciare sassi contro i vetri della sala di attesa e della biglietteria della stazione Cumana di Agnano. Dei sette giovani 4 hanno età compresa tra i 14 e i 15 anni, 1 è da da pochi giorni 14enne e gli ultimi 2 sono di età inferiore ai 14. Tutti i responsabili dell’assurdo gesto sono stati compiutamente identificati e denunciati, per poi essere affidati ai rispettivi genitori. Tempo addietro ci eravamo già occupati dell’emergenza sicurezza nei pressi della stazione in oggetto .
Vicina al Liceo Classico Statale “Gentileschi” (Classico-Linguistico – Scienze Umane – Economico Sociale) e a diversi dipartimenti della facoltà di ingegneria della Federico II di Napoli, la stazione, soprattutto all’imbrunire, sarebbe teatro di scorribande da parte di baby gang che avrebbero in più occasioni rapinato e malmenato gli studenti che attendono sulle banchine l’arrivo del treno. Avevamo intervistato alcuni allievi del Gentileschi e le dichiarazioni erano state allarmanti.
“Purtroppo questo è un andazzo – avevano commentato i ragazzi – che dura da tempo penalizzando non solo noi del Gentileschi ma anche gli studenti di Ingegneria. Il problema è che le vittime nemmeno denunciano più le aggressioni subite perché sono ormai rassegnate all’inutilità di tale procedura (sebbene legittima). Indubbiamente chi amministra la città è troppo distante da certe dinamiche per porvi rimedio: forse si aspetta, come sempre succede a Napoli, che qualcuno di noi resti seriamente ferito o peggio per poi correre ai ripari”.
Parole forti che non fanno onore alla città ne tantomeno al governo locale. Ai partenopei poco importa polemizzare con il leghista Salvini o apprendere dei successi mediatici di “Dema” (movimento politico creato da de Magistris e avente per segretario il fratello Claudio). I napoletani reclamano occupazione, diritto allo studio e sana occupazione per difendersi dallo strapotere della camorra che ormai è talmente infiltrata nella macchina pubblica da faticare persino a riconoscerla.
Alfonso Maria Liguori