Torre Annunziata, Castellammare , Pompei : equilibri malavitosi in bilico all’ombra del’ Vesuvio. Collaboratori di giustizia, confische di beni mobili e immobili, condanne all’ergastolo avrebbero fortemente indebolito i clan oplontini con particolare riferimento ai Gionta. Duro da digerire l’ergastolo confermato allo stragista del clan Umberto Onda, alias Umbertino, punta di diamante del gruppo di fuoco dei valentini per anni e criminale particolarmente temuto dai sodalizi criminali nemici.
Sebbene da tempo si vociferi di nuove affiliazioni tra i Gionta, di giovanissimi pronti a tutto pur di entrare a pieno titolo tra le schiere del ras mai pentito Valentino, qualche gruppo storico della Nuova Famiglia operante in realtà limitrofe potrebbe puntare alla conquista malavitosa di Torre Annunziata . Una strategia ben studiata che non mirerebbe in realtà ad annientare potenti clan come i Gallo – Cavalieri o i Gionta ma si proporrebbe di mostrare i muscoli ai torresi in modo da avere voce in capitolo sul territorio e magari percentuali sulle attività illecite.
Chi conosce bene i Gionta però faticherebbe ad accettare tale ipotesi : parliamo di organizzazione criminale di stampo più mafioso che camorristico, con il ras Valentino affiliato a Cosa Nostra e referente della mafia siciliana in Campania. Il super boss Valentino Gionta potrebbe essere oggi uno dei pochi depositari dei segreti che il padrino della mafia Totò Riina ha portato con sé nella tomba. L’asse che unisce i Gionta alla mafia spiegherebbe l’incredibile potere rigenerativo di un clan che nonostante le tante batoste subite da anni dalle forze dell’ordine e i continui attacchi dei potenti rivali è riuscito sempre a mantenere un notevole prestigio criminale su Torre Annunziata.
Valentino Gionta è detenuto dal 1985 nel carcere di Novara e dal 2007 sottoposto al 41 bis. Oggi si potrebbe essere dunque ad una svolta : da un lato le mire espansionistiche di vecchie volpi del sistema vesuviano dall’altro la fede incrollabile nel boss Valentino dei nuovi affiliati al clan pronti a tutto pur di difendere la propria leadership malavitosa in città.
Alfonso Maria Liguori