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Violenza all’ex sindaco, Michele Zagaria: “Se lo avessi voluto uccidere lo avrei fatto a modo mio”

“Se avessi voluto uccidere Giovanni Zara lo avrei fatto con o senza Barone, e non lo avrei fatto con un incidente, ma a modo mio”. Dichiarazioni choc quelle rilasciate spontaneamente dal boss dei Casalesi Michele Zagaria, collegato in video-conferenza con il tribunale di Santa Maria Capua Vetere, al processo che lo vede imputato insieme con Fortunato Zagaria (sono solo omonimi), ex sindaco di Casapesenna, suo paese d’origine, per il reato di violenza privata con l’aggravante mafiosa commessa ai danni di un altro ex primo cittadino di Casapesenna, Giovanni Zara.




Parole talmente gravi, che potrebbero celare un messaggio criptato verso l’esterno. Tanto che il Pm della DDA di Napoli presente in aula, Maurizio Giordano, ha chiesto al presidente del collegio giudicante Maria Francica di inviare il verbale d’udienza alla Procura di Napoli. Zagaria ha di fatto sconfessato il suo ex luogotenente Michele Barone, collaboratore di giustizia, che nell’udienza del 28 novembre scorso aveva raccontato nei particolari il progetto di attentato commissionato dal boss contro Zara, datato aprile 2009, ovvero un mese dopo che Zara era stato sfiduciato dalla sua stessa maggioranza proprio perché era contro il clan Zagaria.

Un boss talmente potente Michele Zagaria da essere ritenuto la mente criminale di uno dei più temuti sodalizi criminali campani, quello dei Casalesi. Un clan capace di muovere cifre da capogiro provento di attività illecite poi riciclato in società sparse in Italia e all’estero , grossi centri caseari, attività alberghiero-ristorative di lusso e centri scommesse sportive.




Al soldo del ras Zagaria grossi professionisti che grazie alla complicità di insospettabili imprenditori sarebbero riusciti a creare un sistema di scatole cinesi per ripulire il denaro sporco talmente complesso da rendere quasi impossibile risalire ai veri proprietari dei beni. Cattivi politici, amministratori, infedeli servitori dello Stato : tutti sul libro paga di Michele Zagaria che si sarebbe spostato anche nel periodo della latitanza con estrema disinvoltura tra Caserta e il basso Lazio.

Alfonso Maria Liguori



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