Aria di epurazione interna tra i clan di Torre Annunziata : avvertimenti ed eliminazioni di rivali e traditori partirebbero direttamente dai boss detenuti in regime di massima sicurezza. Un particolare rilevante che evidenzierebbe il ruolo di leader ancora detenuto da padrini del calibro di Valentino Gionta, il ras mai pentito affiliato a Cosa Nostra e referente della mafia siciliana in Campania.
Radio Mala vorrebbe lo stragista dei Gionta Umberto Onda, alias “Umbertino”, condannato all’ ergastolo per tre dei sei omicidi commessi tra il 1998 e il 2004 nel corso della sanguinosa guerra di mala contro il sodalizio criminale Limelli-Vangone, ancora ai vertici dell’organizzazione criminale oplontina. Tempo addietro era stato indicato proprio Onda come possibile reggente del clan. Grazie ad alcuni messaggi in codice , a mimiche prestabilite e gesti d’intesa i boss riuscirebbero a inviare ordini agli affiliati nonostante lo stretto controllo previsto dallo stato di detenzione in regime di 41bis.
La posta in gioco sarebbe enorme : il controllo definito degli affari illeciti a Torre Annunziata. Tra cani sciolti, esponenti del cosiddetto “terzo sistema” e storici rivali come i Gallo-Cavalieri i Gionta sarebbero costretti a serrare i ranghi preparandosi ad un conflitto di mala che potrebbe non tardare a venire. In pochi credono all’apparente pace stipulata con gli altri clan oplontini : chi conosce il modus operandi dei “valentini” sa bene che termini come “resa “ o “ accordo” non apparterebbero alla filosofia strategica di Valentino Gionta.
Persino la Nco di Raffaele Cutolo dovette segnare il passo a Torre Annunziata dinanzi alla leadership criminale di Valentino Gionta: gli anziani che l’hanno conosciuto di persona raccontano di come “Valentino” abbia consentito a tanti giovani torresi di campare con il contrabbando di sigarette o inserendoli nel settore ittico (attività ufficiale del boss torrese). Solo i più violenti finivano nel sistema vero e proprio, ovvero nelle estorsioni e nel traffico di stupefacenti. Un paradosso che non ha precedenti: da un lato si indica Valentino Gionta come uno dei camorristi più spietati di sempre, dall’altro c’è chi rimpiange il modus operandi del ras.
Una cosa è certa: al di là delle scontate considerazioni sull’equivoco dettato dall’ignoranza che confonde coraggio con viltà e onore con vergogna ancora oggi a Torre Annunziata Valentino Gionta gode di un prestigio criminale negato ad altri boss del paese. Rispettati dai Cesarano, D’Alessandro, Matrone e alleati (tra gli altri clan del vesuviano) con i Birra di Ercolano i Gionta sarebbero ancora ben ramificati in tutti gli strati della comunità torrese. Della serie: dall’ergastolo in regime di 41 bis Valentino Gionta è ancora il “re” (criminalmente parlando) di Torre Annunziata.
Alfonso Maria Liguori