Il teatro a Torre Annunziata, intervista con Felice Pinto
Ernesto Limito
Pane e ricordi, hanno riempito la mia infanzia e così, la mia vita s’è colmata di amore e rispetto per questa terra strana, ma così affascinante. Tra le tante perle che inanellano lo scenario dei ricordi, balza al proscenio il Teatro… Forse perché siamo d’origine greca o forse per mill’altre cose, ma è certo che sin dai tempi passati, le grandi compagnie teatrali napoletane, venivano a Torre per fare la verifica dello spettacolo da portare avanti. Se l’applauso del pubblico era forte, allora si poteva iniziare la tournée, altrimenti bisognava modificare qualcosa. La competenza di quella gente era notevole, ma di più era il loro modo di abbandonarsi alla trama ed al suo proseguire, con totale veracità, senza condizionamenti.
Ne sono passati astri sulle tavole del Moderno, Politeama e Metropolitan… stelle di prima grandezza che si sono sottoposte alla legge torrese ed ora? Ora non è finito il teatro, si, ora il sipario continua ad alzarsi, anche se soltanto al Politeama, ma quando il manto rosso, spande il suo pesante velluto sul palco, ecco la meraviglia agli occhi della compagnia… la sala piena, addirittura con gente in piedi. No non è fantasia o la mia voglia di decantare questa terra… è tutto vero e sono andato indietro col tempo, ma solo di qualche settimana, incontrando Felice Pinto, un personaggio quasi irreale, così vivo nella sua vita reale, ma così fantasticamente sognatore sulle tavole del palcoscenico.
Quale sia la molla che spinge un uomo a dare corpo ai sogni? Cosa costringe una persona a fare sacrifici per fare le prove, imparare la parte? Cosa spinge un trafficante di sogni ad entrare in un personaggio, vivendone, seppur per poco, vizi e virtù? La risposta di Felice è disarmante… la passione, il voler donare alla gente, null’altro che emozioni, in cambio di un semplice e sentito applauso. Guardo questo personaggio con rispetto, quasi reverenziale, imprenditore nella vita reale e nocchiero della nave dell’immaginario nel resto del tempo… Poi scopri nei suoi occhi, sempre vispi, un qualcosa che ti fa capire altre cose che danno senso a tutto… l’amore per la sua terra, il non volersi arrendere alla patina di oscurità data alla sua città, la forza di vivere in essa, dandole nuova linfa. Il teatro è cultura e solo con quella voglia di immergersi in essa per dare un contributo fattivo alla sua rinascita… e ne rimani colpito. Educare, anche i propri figli, amici ed altri a calcare le tavole, a creare personaggi ed a dare ancora tante emozioni al pubblico, senza alcun tornaconto. Attori per caso, questo il nome della compagnia e i vari componenti, vivono per questo… nessuna prebenda, nessun compenso, che possa ripagare dei mille sacrifici fatti, ma solo un applauso. Ecco la spiegazione di tutto… questa terra ha tanto bisogno di personaggi come lui ed i tanti che lo accompagnano in questa avventura senza fine. Lo lascio, portando dentro me la convinzione che fino a quando esisteranno persone come lui ed i suoi compagni…Torre Annunziata avrà un futuro diverso, Ci sarà un tempo futuro che ci riporterà al passato ricco di benessere e cultura…Vada a lui il mio piccolo ma sincero applauso…Grazie Felice e abbi sempre la forza dentro di te.