A preoccupare gli inquirenti la voglia di farsi largo da parte di giovani e giovanissimi dai metodi violenti riconducibili alle fazioni di Scanzano, dov’è egemone il clan D’Alessandro, e il centro antico con l’Acqua della Madonna. Anche l’utilizzo dei social network è finito sotto la lente d’ingrandimento delle autorità.
I ragazzi rampolli delle famiglie camorristiche dell’area di Castellammare utilizzerebbero social network come Facebook e app di messaggistica istantanea come Whatsapp e Telegram per inviare messaggi, lanciarsi sfide e annotare appuntamenti per azioni criminali da effettuare sul territorio.