Castellammare, De Luca prova a strappare commesse per Fincantieri. Ma la proposta è bocciata dai sindacati

Le proposte della Regione Campania non sono condivise dai sindacati che attaccano: "Promesse da campagna elettorale"

Continua a far discutere l’indotto Fincantieri di Castellammare di Stabia. Gli operai, ormai da tempo, chiedono l’equa distribuzione dei carichi di lavoro e un ruolo di prim’ordine per il cantiere stabiese, così come era in passato. La loro rabbia nei confronti dell’azienda è stata manifestata sia durante le operazioni di varo del troncone della Carnival Princess di settimana scorsa, sia lunedì sera in Regione Campania.


Mentre a Castellammare il sindaco Pannullo veniva sfiduciato, le tute blu occupavano le aule chiedendo un colloquio con De Luca. Il Governatore, nella giornata di ieri, ha tentato di ottenere nuove commesse dall’ad di Fincantieri, Giuseppe Bono, ma le sue proposte sono state bocciate dai sindacati.

De Luca, infatti, avrebbe chiesto altri due tronconi per Castellammare così da garantire lavori anche nei prossimi anni. Allo stesso tempo, durante queste lavorazioni, dovrebbero esserci alcuni lavori di ammodernamento del cantiere senza, però, la realizzazione del bacino di costruzione. Una soluzione, quella proposta dalla Regione, che potrebbe garantire futuro solamente per pochi anni. Ed è per questo motivo che le sigle sindacali si sono opposte alla proposta del Governatore. Con la caduta dell’amministrazione Pannullo, inoltre, gli operai avranno ancora più difficoltà ad ottenere dei tavoli di confronto con azienda e Regione per discutere del proprio futuro.

I sindacati: “Solo campagna elettorale”

E’ duro il commento della RSU che ha spiegato: “De Luca ci promette le briciole. Le sue promesse sono quelle solite in campagna elettorale”. Gli operai chiedono da tempo la realizzazione del bacino di costruzione così da poter finalmente rilanciare l’indotto Fincantieri stabiese. L’obiettivo è quello di ottenere maggiori commesse come quelle che vengono garantite agli altri cantieri italiani. E’ paradossale, inoltre, che nel periodo di maggiore crescita economica e lavorativa dell’azienda, non è garantito un futuro per gli operai di Castellammare.

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