L’asse d’acciaio tra il clan Gionta e il gruppo malavitoso Birra di Ercolano

Radio Mala inviterebbe però alla cautela: da qui a dire che i “valentini” siano ormai finiti criminalmente parlando a Torre Annunziata ce ne corre

Un asse d’acciaio avrebbe legato per anni il clan Gionta al gruppo malavitoso Birra di Ercolano. Un legame particolarmente stretto materialmente animato dallo stragista Umbero Onda, alias “Umbertino”, detenuto con fascicolo personale recitante “fine pena mai” per tre dei sei omicidi commessi tra il 1998 e il 2004 nel corso della sanguinosa guerra di mala contro il sodalizio criminale Limelli-Vangone e da Alfonso Chierchia, ras dei “valentini” che per evitare la condanna all’ergastolo si sarebbe recentemente proclamato responsabile dell’omicidio dei fratelli Marco e Maurizio Manzo trucidati il 10 febbraio 2007 nei pressi del bar Maemi di Terzigno.




Mandanti dell’agguato i Birra : le vittime erano vicine alla famiglia Papale e quindi ambiti bersagli per il sodalizio criminale retto dal boss Giovanni Birra, alias “a Mazza”. Ennesimo duro colpo per i Gionta che un pezzo alla volta , tra arresti e condanne pesanti, starebbero perdendo i pezzi da ’90 più temuti sul territorio. Umberto Onda, Alfonso Agnello, alias “Chio Chio”, Alfonso Chierchia : colpito il ghota di un clan che oggi potrebbe subire attacchi da parte di emergenti baby gang pronte a tutto pur di non sottostare ad alcun “padrone” all’interno del sistema.

Radio Mala inviterebbe però alla cautela : da qui a dire che i “valentini” siano ormai finiti criminalmente parlando a Torre Annunziata ce ne corre. Incredibile la capacità rigenerativa ad oggi mostrata dai fedelissimi del super boss mai pentito Valentino Gionta : affiliato a Cosa Nostra e referente della mafia siciliana in Campania don Valentino godrebbe ancora di un ascendete fortissimo tra i vicoli del centro storico e nell’area portuale torrese.




Un capo camorra scaltro, pianificatore e soprattutto profondamente legato al territorio, capace di respingere violente offensive della NCO di Cutolo e di imporre il proprio peso malavitoso per anni sul mercato del pesce e su buona parte dell’attività legate alle attività marittime della zona.

Alfonso Maria Liguori



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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.