Revocato il divieto di dimora in Campania per l’architetto Massimiliano Bonzani. Indagato per falso in atto pubblico e nelle istanze urbanistiche per il crollo della palazzina a Torre Annunziata che vide la morte di otto persone lo scorso 7 luglio, Bonzani era in “esilio” dal 22 gennaio perché avrebbe potuto «produrre altri documenti illeciti».
Interrogato giovedì pomeriggio dagli inquirenti alla presenza del consulente Nicola Augenti, ha risposto, senza tentennamenti, alle domande tecniche sul crollo, ma vige il segreto sul contenuto delle dichiarazioni. Ieri, in seguito alla richiesta dei legali Gennaro Ausiello e Luciano Bonzani, il gip oplontino Antonio Fiorentino ha concesso, già dalle 14 dello stesso giorno, il ritorno dell’architetto in città.
L’uomo è iscritto nel registro degli indagati insieme ad altre dodici persone per disastro colposo e omicidio plurimo nell’inchiesta del sostituto procuratore Andreana Ambrosino, coordinate dal procuratore Sandro Pennasilico e dall’aggiunto Pierpaolo Filippelli.
«Bonzani si è commosso e ha fatto subito le valigie per tornare a Torre Annunziata», ha spiegato l’avvocato Ausiello che ha «apprezzato la risposta celere da parte della Procura e ufficio gip, arrivata in poche ore in un clima di massima collaborazione».
Nel frattempo il professor Augenti, con il collega Andrea Prota, sta ultimando la relazione tecnica che stabilirà le cause del crollo dell’edificio di Rampa Nunziante. Le indagini si sono concentrate sui lavori che da circa un anno avevano interessato il palazzo, risultato, dagli atti contenuti dal fascicolo 172, quasi del tutto abusivo.