Torre Annunziata, camorra: droga, estorsioni e violenza criminale

Particolarmente significativa la perdita della punta di diamante del gruppo di fuoco dei “valentini” Umberto Onda, alias Umbertino, condannato all’ergastolo

Tanta droga, estorsioni e violenza criminale a Torre Annunziata : territorio ancora sotto l’influenza dei clan. Nonostante gli arresti eccellenti, le confische di beni e le pesanti condanne subite dai vertici dell’organizzazione i Gionta sarebbero ancora il gruppo criminale oplontino più temuto. Particolarmente significativa la perdita della punta di diamante del gruppo di fuoco dei “valentini” Umberto Onda, alias Umbertino, condannato all’ergastolo per tre dei sei omicidi commessi tra il 1998 e il 2004 nel corso della sanguinosa guerra di mala contro il sodalizio criminale Limelli-Vangone.




Un ras talmente temuto Onda da essere indicato quale probabile reggente del clan prima dell’arresto. A rendere rilevanti le capacità offensive dei Gionta l’indole violenta che ha sempre contraddistinto gli affiliati, spesso giovanissimi e determinati a calcare le orme malavitose di pezzi da 90’ del sistema del calibro di Alfonso Agnello, alias Chio Chio, o dello stesso Umberto Onda.

I Gionta in questa particolare parentesi storica sarebbero alle prese con le mire espansionistiche del cosiddetto “Terzo Sistema” e con emergenti baby gang composte da cosiddetti cani sciolti, ovvero soggetti criminali poco inclini a far parte del sistema vero e proprio in cui bisogna comunque sottostare ad una precisa gerarchia e a certe regole. Baby gang che potrebbero decidere , forse consigliate da qualche vecchio esponente della malavita locale attualmente in ombra , di passare tra fila del “Terzo Sistema” sferrando un attacco massiccio ai Gallo-Cavalieri e ai Gionta per il monopolio delle attività illecite sul territorio.




Un’ipotesi che se confermata potrebbe dare il via all’ennesima mattanza di camorra : la posta in gioco è alta, il vincitore conquisterebbe , camorristicamente parlando, non solo Torre Annunziata ma con ogni probabilità anche paesi limitrofi al momento orfani di concreti riferimenti malavitosi perché condannati a “fine pena mai” . Questo dato potrebbe spingere i D’Alessandro di Castellammare e i Cesarano di Ponte Persica a lanciare chiari messaggi ai possibili rivali : violare i confini equivarrebbe a scatenare una guerra di mala di enorme portata. Un conflitto di tale entità richiederebbe l’impiego di grossi capitali, uomini e armi : particolare che almeno al momento potrebbe frenare i clan coinvolti in crisi sul fronte economico.

Alfonso Maria Liguori



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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.