Tante manifestazioni e iniziative promosse nella stragrande maggioranza dei casi dalle associazioni impegnate nei comuni vesuviani : senza però un’adeguata scolarizzazione e politiche occupazionali concrete la scena fondamentalmente non cambia. Desertificazioni , soprattutto all’imbrunire, di intere aree delle comunità vesuviane, scarsa considerazione dei luoghi da parte dei residenti che esasperati da inefficienze e disservizi finiscono con il recarsi puntualmente per lo shopping nei grossi centri commerciali sorti come funghi all’ombra del Vesuvio.
Un’analisi reale che rischia di dividere sempre di più le cittadine vesuviane in strati sociali : dall’ alto le casate dei potenti controllano quanto avviene intorno a se avendo propri scudieri in ogni settore della società civile. Entità quasi astratte e spesso nell’ombra che si arricchiscono fondamentalmente sulla povertà endemica di contesti in cui per decenni si è stati costretti ad emigrare per cercare lavoro.
Fortunatamente in questo oscurantismo senza fine si cominciano intravedere barlumi di luce : imprenditori motivati e impegnati nel sano associazionismo, politici motivati , amanti dei propri luoghi d’origine e determinati a contribuire nella massima trasparenza al rinnovamento di territorio dalle potenzialità produttive immense. Su queste risorse umane i giovani devono investire se vogliono tornare a credere e lavorare li dove sono nati e cresciuti senza esser costretti a cercare fortuna altrove.
Un dato che deve responsabilizzare ogni onesto cittadino del vesuviano che con la propria testimonianza di vita può regalare speranza alle nuove leve cassando la convinzione radicata in tanti che sotto il vulcano più famoso d’Europa ( e non solo) per costruire qualcosa di concreto si debba appartenere a qualcuno, essere legati a Tizio o Caio o possedere già grossi beni grazie ai quali campare di rendita speculando a proprio piacimento sulle altrui difficoltà.
Alfonso Maria Liguori