Torre Annunziata punto di riferimento nello spaccio di stupefacenti nel vesuviano

I vertici dei primi due gruppi sono detenuti e, con particolare riguardo al clan Gionta, la guida del sodalizio sarebbe affidata a personaggi di secondo piano

Torre Annunziata sarebbe ancora un punto di riferimento nello spaccio di stupefacenti nel vesuviano : lo dimostrerebbero gli ultimi arresti e sequestri di droga effettuati dalle forze dell’ordine su un territorio che risente fortemente dell’influenza dei clan di camorra. Si confermerebbe la presenza dei sodalizi Gionta, Gallo, Venditto, Tamarisco e Chierchia.




I vertici dei primi due gruppi sono detenuti e, con particolare riguardo al clan Gionta, la guida del sodalizio sarebbe affidata a personaggi di secondo piano. Permane l’alleanza tra quest’ultimo clan e la famiglia Chierchia, funzionale alla gestione di traffici illeciti e al contrasto armato dell’emergente organizzazione rivale dei Gallo. Questo gruppo, autoproclamatosi “Terzo Sistema” e che faceva capo alle famiglie Perna e Paduano, è stato in parte disarticolato dalle operazioni di Polizia; si sarebbe fatto spazio, nel Rione Provolera, roccaforte dei Chierchia , un nuovo gruppo costituito da giovani appartenenti alle famiglie Sperandeo, Lombardo e Della Ragione.

Inoltre all’internod el sistema oplontino starebbero emergendo baby gang composte da cosiddetti cani sciolti, ovvero soggetti criminali poco inclini a far parte del sistema vero e proprio in cui bisogna comunque sottostare ad una precisa gerarchia e a certe regole. Baby gang che potrebbero decidere , forse consigliate da qualche vecchio esponente della malavita locale attualmente in ombra , di passare tra fila del “Terzo Sistema” sferrando un attacco massiccio ai Gallo-Cavalieri e ai Gionta per il monopolio delle attività illecite sul territorio.




Un’ipotesi che se confermata potrebbe dare il via all’ennesima mattanza di camorra : la posta in gioco è alta, il vincitore conquisterebbe , camorristicamente parlando, non solo Torre Annunziata ma con ogni probabilità anche paesi limitrofi al momento orfani di concreti riferimenti malavitosi perché condannati a “fine pena mai”. Questo dato potrebbe spingere i D’Alessandro di Castellammare e i Cesarano di Ponte Persica a lanciare chiari messaggi ai possibili rivali : violare i confini equivarrebbe a scatenare una guerra di mala di enorme portata. Un conflitto di tale entità richiederebbe l’impiego di grossi capitali, uomini e armi : particolare che almeno al momento potrebbe frenare i clan coinvolti in crisi sul fronte economico.

Alfonso Maria Liguori



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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.