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“Basta polemiche sterili”: l’appello del vicesindaco di Ercolano Luigi Fiengo

“ Se vogliamo contribuire realmente al rinnovamento di Ercolano dobbiamo proseguire sulla strada del “fare” evitando politiche sterili e inutili polemiche che lasciano il tempo che trovano” : questo il commento a Ercolano del vice sindaco Luigi Fiengo in merito alla necessità di intraprendere iniziative concrete con l’ausilio di ogni esponente della società civile e delle associazioni impegnate sul territorio perché non si vanifichi quanto di buono ad oggi prodotto per la comunità degli scavi.




“ Nel rispetto della legalità e della trasparenza operativa – ha precisato Fiengo- siamo chiamati a tutelare il futuro delle nuove generazioni ercolanesi che devono tornare a credere e investire nella propria città. La forte recessione economica in atto nel Paese impone il massimo rigore nell’ottimizzazione delle risorse pubbliche : in tal senso il pensiero corre alle Ercolaniadi, manifestazione sportiva di grande interesse tenuta tempo addietro presso lo stadio “Solaro” .

Dopo anni la città viveva nuovamente , tra la gioia dei piccoli atleti e delle famiglie che affollavano gli spalti, i Giochi della Gioventù, un momento di sano confronto tra ragazzi che hanno dato il 100% per superare i propri limiti e fare onore alle rispettive scuole. Minimo impegno economico massima resa : ecco l’obiettivo da perseguire per aiutare la città in un iter evolutivo che tuteli sia la tradizione storica dei luoghi che la voglia di aprirsi al progresso e proiettarsi in Europa da tempo anelata dai giovani.




A noi tutti , nel rispetto dei ruoli e delle competenze specifiche, l’arduo compito di far si che questo progetto si materializzi, che le nuove leve siano orgogliose delle proprie origini e pronte a confrontarsi con il sempre più selettivo mondo del lavoro”. Il politico del “fare”, questo ormai lo pseudonimo che accompagna il vice sindaco Luigi Fiengo : un professionista leale, ex agonista nelle arti marziali e soprattutto ercolanese DOC che ha sempre creduto nelle potenzialità di un realtà vesuviana che non vuole più essere identificata come “ contesto a rischio”.

Alfonso Maria Liguori

 

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