Nella giornata di ieri, l’avvocato stabiese ha provato a difendersi con un comunicato diretto soprattutto ai vertici del Movimento: “Quando ho scelto di candidarmi alla Camera dei Deputati per prima cosa ho letto il programma che mi veniva sottoposto. L’ho condiviso, fatto mio e ho aderito a quel progetto politico sulla base di quelle idee. A distanza di giorni, nonostante tutto, nulla è cambiato da parte mia rispetto a quel proposito. E’ su quel programma, che resta il più credibile nel panorama politico nazionale, e sulla sua realizzazione dal primo all’ultimo punto che chiedo il sostegno agli elettori del mio collegio”.
“Lotto per il futuro dei miei figli”
“Sono certo – continua Vitiello – che la mia storia personale e professionale certifica la mia candidabilità: sono un professionista che è cresciuto seguendo impegnativi percorsi di studio e di formazione, improntati al rispetto della legge e alla tutela delle persone. Ho messo al centro della mia vita l’azione responsabile e l’impegno per migliorarmi e migliorare la realtà in cui sono cresciuto. Il mio profilo umano e politico che era piaciuto a chi aveva deciso di candidarmi non è cambiato”.
“Devo ai miei figli e alla mia famiglia il rispetto della scelta di un impegno politico che ho assunto per dimostrare che un futuro migliore è ancora possibile. Per me “partecipa, scegli, cambia” resta non solo uno slogan, ma anche la speranza che la buona politica esiste e può tradursi in idee e programmi concreti da condividere, da difendere e da sostenere” conclude l’ex candidato del Movimento 5 Stelle.
Di Maio: “Denuncerò i massoni”
Nonostante i tentativi di riconciliazione di Lello Vitiello, Luigi Di Maio, candidato premier dei grillini, non accetta compromessi. “Ci sono tre candidati che ci hanno mentito: non ci hanno detto che facevano parte della massoneria. Ma questi non solo li abbiamo espulsi ma li denuncerò per danno di immagine al Movimento 5 Stelle” spiega in un video su Facebook di ieri pomeriggio. “Catello Vitiello e Piero Landi al momento della sottoscrizione della candidatura non hanno detto la verità e non ci hanno informato di far parte di una loggia massonica – ha spiegato Di Maio -. Per questa ragione non possono stare nel Movimento. Li inibiamo dall’utilizzo del simbolo e ci riserviamo di agire nelle opportune sedi al fine di risarcire eventuali danni di immagine cagionati al M5S”.
Braccio di ferro, quindi, tra i candidati esclusi e il candidato premier impegnato a difendere l’immagine del Movimento dopo gli ultimi scandali che lo hanno travolto nelle ultime ore. Probabilmente Lello Vitiello non ritirerà la sua candidatura e continuerà a battersi per un posto alla Camera pur non utilizzando il simbolo dei 5 stelle. E in caso di elezione dovrà subito trovare un partito che decida di accoglierlo.