“Molte delle criticità e proposte avanzate dall’Acen in vista delle elezioni politiche – ha continuato Gioacchino Alfano – sono puntuali e lungimiranti. La politica ha il dovere di recuperare il ritardo infrastrutturale per realizzare opere pubbliche necessarie per lo sviluppo economico e sociale del territorio. A bloccare questo sviluppo troppe volte è la burocrazia. Un fardello che secondo le ultime stime costerebbe alle imprese oltre 4 miliardi di euro l’anno. Le autorizzazioni sono soggette talvolta a incapacità di comunicazione tra Enti o a banche dati, alla mancanza di Sportelli unici per l’edilizia, ai tempi lunghi per le operazioni di gara per quanto riguarda i lavori pubblici.
Su 60 provvedimenti attuativi della Legge Delega sugli Appalti ne sono stati adottati meno di un terzo. Eppure le soluzioni sono a portata di mano come l’attuazione della nuova Agenda per la semplificazione, la digitalizzazione e la messa in rete di tutte le procedure, l’istituzione di tavoli di confronto con le organizzazioni di categoria. In questo modo potremo pensare seriamente al futuro con infrastrutture di qualità in termini di innovazione e sostenibilità ambientale.
Tutto questo senza mai dimenticare la lotta alle infiltrazioni criminali e alla corruzione che inquinano il mercato e fermano l’afflusso di investimenti. Adempimenti e procedure formali non bastano: il malaffare si adegua sempre. Snellire le procedure significherebbe anche maggiore trasparenza e capacità di effettuare verifiche mirate”.