Tre napoletani scomparsi in Messico: l’allarme delle famiglie

Della vicenda è stata informata anche la Farnesina, che sta seguendo il caso con l'ambasciata nella capitale messicana in stretto raccordo con le autorità locali

Tre italiani sono scomparsi nel nulla in una cittadina di 16mila abitanti a 700 km da Città del Messico, dove facevano i venditori ambulanti. La denuncia arriva da una famiglia napoletana che non ha più notizie dei familiari ormai da 18 giorni. Della vicenda è stata informata anche la Farnesina, che sta seguendo il caso con l’ambasciata nella capitale messicana in stretto raccordo con le autorità locali e in costante contatto con la famiglia.




I tre scomparsi sono il 60enne Raffaele Russo, suo figlio Antonio e suo nipote Vincenzo Cimmino, rispettivamente di 25 e 29 anni. “Ad oggi non è pervenuta nessuna richiesta di riscatto – dicono i familiari -. Chiediamo la massima diffusione della notizia e delle foto segnaletiche”. Le autorità italiane stanno facendo tutto il possibile per attingere in tempi utili informazioni sulla strana scomparsa dei 3 uomini : al momento non si escluderebbe alcuna pista. Sul caso ha aperto un’indagine la Procura di Roma: il procedimento al momento è senza ipotesi di reato.

Si apprende che la zona di Tecaltitlan, nello Stato di Jeaalisco, dove i tre si trovavano, è un’area a rischio per la forte presenza di criminalità locale. Secondo il racconto dei familiari, le tracce di Raffaele si sono perse il 31 gennaio attorno alle 15, quando dal suo cellulare non è più arrivata alcuna risposta. In Messico ci sono anche altri due figli di Russo, Francesco e Daniele. Ed è quest’ultimo, rientrato in Italia, a raccontare quel che è accaduto dopo.




“Noi eravamo troppo lontani, così abbiamo chiamato Antonio e Vincenzo e gli abbiamo detto di andare a cercarlo”. I due sono partiti dal punto nel quale il gps dell’auto noleggiata dal sessantenne segnalava la sua ultima posizione. “Quando sono arrivati, non hanno trovato né la macchina né mio padre. Hanno chiesto alla gente, ma nessuno aveva visto nulla”.

Alfonso Maria Liguori



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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.