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Esorcismi e setta religiosa parallela: arrestato parroco in Campania

Era riuscito a persuadere le vittime che i malesseri accusati erano frutto di una possessione demoniaca. Malori, depressione, scatti d’ira, cambi d’umore, tutte influenze di Satana . La storia che è venuta alla luce grazie ad una nota trasmissione televisiva ha portato a quattro clamorosi arresti. Teatro dei fatti Casapesenna, località nel Casertano. Lì un sacerdote Michele Barone, cugino di un ex camorrista oggi pentito, star dei talk show televisivi e tra i più «gettonati» della Diocesi di Aversa, aveva messo su una setta religiosa parallela al culto ufficiale. La Curia non lo ha mai autorizzato a praticare esorcismi.




Ma lui, evidentemente, se ne infischiava. Aiutato dai genitori di una delle vittime, ma anche da un poliziotto. Don Barone da ieri è in carcere, ma ai domiciliari ci sono anche il padre C.T. e la madre della ragazzina, L.T. E il commissario di Maddaloni. Lo scandalo colpisce la Diocesi che pochi giorni fa quel prete lo aveva sospeso, ma travolge anche il vicequestore Luigi Schettino. Il dirigente del commissariato di polizia di Maddaloni dal giorno successivo la messa in onda del servizio è stato trasferito a Potenza, dove ieri è stato arrestato dalla Squadra mobile di Caserta, diretta da Filippo Portoghese.

È accusato di aver tentato di convincere la sorella di una delle vittime a ritirare la denuncia contro il prete. Una condotta frutto della sua amicizia di lungo corso con il sacerdote. Forse credeva che davvero quell’uomo avesse il potere di salvare le anime dal demonio. Potrà eventualmente raccontarlo al giudice che lo interrogherà nei prossimi giorni, spiegare cosa lo ha indotto a rinnegare il distintivo per sposare le tesi strampalate di un prete che faceva l’esorcista a quanto pare solo per abusare di vittime indifese.




Lo sostiene la procura di Santa Maria Capua Vetere, diretta da Maria Antonietta Troncone, negli atti dell’inchiesta coordinata dall’aggiunto Alessandro Milita e affidata ai Pm Alessandro Di Vico e Daniela Pannone che si è concretizzata in un’ordinanza di custodia cautelare firmata dal Gip Ivana Salvatore.

Alfonso Maria Liguori

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