Torre Annunziata, camorra: il killer Giovanni Iapicca lascia il carcere duro

Alias “rancitiello” è ad oggi considerato uno dei più feroci killer di cui si siano serviti i “valentini”, un sicario talmente spietato da essere temuto dall’intero sistema vesuviano

Giovanni Iapicca, 48enne pluriergastolano elemento di spicco del clan Gionta attivo sul territorio di Torre Annunziata ha ottenuto la revoca del provvedimento di detenzione a carcere duro. Giovanni Iapicca, alias “rancitiello” è ad oggi considerato uno dei più feroci killer di cui si siano serviti i “valentini”, un sicario talmente spietato da essere temuto dall’intero sistema vesuviano.




Insieme allo stragista Umberto Onda, alias “Umbertino” condannato all’ergastolo per 3 dei 6 omicidi commessi tra il 1998 e il 2004 nel corso della sanguinosa guerra di mala contro il sodalizio criminale Limelli-Vangone , e al ras Alfonso Agnello, meglio noto come “Chio Chio,”Iapicca ha rappresentato il ghota del clan Gionta per anni imponendo la logica del terrore a commercianti e imprenditori del territorio .

A influenzare i giudici nella revoca del carcere duro per Iapicca la condotta impeccabile che il detenuto avrebbe avuto prima nel braccio di massima sicurezza del carcere di Novara e poi in quello di Sassari. Ora il boss sarebbe stato trasferito nella casa circondariale di Catanzaro. Per anni i Gionta si sono serviti di spietati criminali per affermare la propria leadership criminale sul territorio e fronteggiare gli acerrimi nemici Gallo-Cavalieri. Oggi Torre Annunziata è divisa in vari schieramenti malavitosi : Gionta, Gallo-Cavalieri, Terzo Sistema, baby gang , questi i sodalizi in guerra per il controllo degli affari illeciti a Torre Annunziata con qualche giovanissimo affiliato alle cosiddette baby gang che starebbe tentando lo sconfinamento in aree periferiche di paesi confinanti.




Un dato che potrebbe scatenare l’ira e la reazione dei Cesarano di Ponte Persica e dei D’Alessandro di Castellammare. Sulla comunità oplontina spirerebbero venti di guerra tra clan che anticiperebbero l’imminente tempesta , ovvero l’ennesima mattanza di mala combattuta in paese senza esclusioni di colpi affidandosi a killer spesso giovanissimi e oltremodo violenti. In mezzo la gente onesta che teme di trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliato: intano si aspetta sempre di conoscere la programmazione delle associazione in difesa delle legalità sparse sul territorio , alcune con sedi confiscate alla camorra come quella che porta il nome di “ Giuseppe Veropalumbo”, onesto lavoratore torrese ucciso da un proiettile vagante la sera del 31 dicembre 2007 (ad oggi resta sconosciuto il responsabile) mentre si trovava seduto a tavola di casa sua per festeggiare il capodanno in famiglia.

Carmela Sermino , vedova Veropalumbo e presidente dell’associazione che porta il nome del marito, aveva più volte accennato a progetti da realizzare con i giovani torresi all’interno di quella che una volta era la casa del boss Aldo Agretti per promuovere la legalità : tuttavia ad oggi, al di la di pubbliche commemorazioni e inaugurazioni , nella sede non si sarebbero svolte attività sociali o filantropiche di rilievo. Ci auguriamo che quanto prima dalla parole si passi ai fatti utilizzando al meglio un bene sottratto al crimine organizzato.

Alfonso Maria Liguori

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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.