Avvocati e giustizia civile, è ancora polemica su numeri e professione

Si parla spesso delle difficoltà del sistema giudiziario italiano, soprattutto quando si prende in esame la giustizia civile, e sotto accusa vanno di frequente gli avvocati: ecco perché il segretario generale dell’Associazione nazionale forense Luigi Pansini ha deciso di intervenire in modo diretto sul tema, chiarendo la portata del fenomeno e specificando il contesto complesso in cui operano i professionisti.

Le difficoltà della giustizia

A scatenare la reazione (piuttosto polemica) è stata la connessione tra numero degli avvocati e arretrato della giustizia civile, peraltro rilanciata in occasione del quinto compleanno dal varo della legge forense, che però sembra ancora in fase di “rodaggio”. Sul fronte quantitativo, però, è Pansini stesso a spiegare che la professione legale deve fare i conti con una “informazione distorta, che si è caratterizzata più per la ‘paura’ del numero dei procedimenti pendenti“.

Chiarire la questione

Il punto critico è che i soli dati non chiariscono la complessità del sistema, di cui fanno parte, come ci ricorda anche il portale di approfondimento di questioni legali AvvocatoAccanto, anche atti come il ricorso per decreto ingiuntivole separazioni consensuali, le nomine di amministratori giudiziari di condominio, l’audizione di un teste a futura memoria o i procedimenti di volontaria giurisdizione diversi da quelli di competenza del giudice tutelare.

Classificare i processi pendenti

Più importante sarebbe sottolineare il calo evidente dei procedimenti pendenti nell’ultimo triennio, certificato anche dal ministero della Giustizia, che deriva, secondo l’esponente dell’associazione degli avvocati, da “una migliore classificazione dei procedimenti pendenti, intendendosi per tali solo quelli in cui il giudice definisce con sentenza un lite tra due o più parti”. Per Pansini, “non serve dire che tutto è risolto, sarebbe più produttivo potenziare soluzioni efficaci come il processo telematico“.

I processi aperti in Italia

Il segretario di Anf scende anche nei dettagli delle statistiche registrate in alcuni dei Tribunali più importanti di Italia, e per la precisione Milano, Torino, Bologna, Roma, Napoli, Palermo e Bari, fornendo i dati relativi ai procedimenti pendenti al 30 settembre 2017, che mettono in luce alcune cifre davvero interessanti. Il Tribunale che sconta la quantità maggiore di procedimenti pendenti è quello di Roma (126.914), di cui 4.389 relativi ai procedimenti sommari, 3.361 ai procedimenti di volontaria giurisdizione e 4.908 ai procedimenti di previdenza e assistenza.

Le difficoltà maggiori a Roma e Napoli

La piazza di (dis)onore va al Tribunale di Napoli, con 78.029 procedimenti (di cui 2.793 sommari, 1.531 di volontaria giurisdizione e 6.380 di previdenza e assistenza), mentre al terzo posto si trova il Tribunale di Bari, con 53.042 pendenze (comprese 2.148 relative ai procedimenti sommari, 1.717 ai procedimenti di volontaria giurisdizione e 5.838 ai procedimenti di previdenza e assistenza).

Meno problemi a Torino e Bologna

Situazione lievemente migliore al Tribunale di Milano, dove al 30 settembre scorso risultavano presenti 52.515 procedimenti pendenti (tra cui 6.176 sommari, 1.510 di volontaria giurisdizione e 457 di previdenza e assistenza), e a Palermo (34.557 in totale), mentre molto più sostenibile appare l’attività dei Tribunali di Torino e Bologna, che si fermano rispettivamente, per così dire, “soltanto” a 25.406 e 17.722 procedimenti pendenti.

 

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