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Castellammare, l’ombra di Scanzano dietro il raid in una sala giochi

C.C., di anni 19, sarebbe stato ferito per ordine di Scanzano. A Castellammare, questo ha un significato ben preciso: la famiglia D’Alessandro ha deciso di intervenire in alcuni questioni che le stavano provocando fastidio. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, il 19enne stabiese non doveva essere semplicemente colpito: il sicario doveva ucciderlo. Ma I.R., 17 anni, avrebbe commesso un errore lasciando in una pozza di sangue il suo rivale.




In un primo momento, gli inquirenti avevano dato per certa la testimonianza di quest’ultimo basata su una rivalità d’amore. C.C., infatti, avrebbe iniziato una relazione con la ragazza sbagliata. Ma è una pista che non convince più nessuno, dopo che le indagini sono andate avanti anche successivamente al fermo del minorenne. Dietro quel raid in una sala giochi in corso Vittorio Emanuele, c’è l’ombra di Scanzano e della camorra stabiese. Cosa è andato storto? Cosa avrebbe fatto C.C. per meritarsi il mandato di morte? Sono domande, al momento, senza una risposta.




Le versioni del 19enne e del 17enne sono discordanti e non aiutano le forze dell’ordine a ricostruire la vicenda. A tutto ciò bisogna aggiungere anche le minacce che hanno subito i parenti di C.C. pochi giorni dopo l’agguato. Tanti dubbi e un mistero che aleggia intorno a questo episodio. Che il tutto avesse delle similitudini con i raid di camorra, era chiaro fin dal primo momento. Ma probabilmente nessuno si aspettava che due ragazzini, giovanissimi, potessero essere già coinvolti negli affari criminali della città. I carabinieri, comunque, hanno esteso il raggio d’azione anche ai conoscenti dei due coinvolti, tra cui spiccano i rampolli di Scanzano. La tanto attesa svolta nelle indagini è attesa nelle prossime ore.

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