Spaccio di stupefacenti, contrabbando, racket : queste le principali attività criminali per cui i sodalizi torresi sarebbero pronti a spargere altro sangue facendo ripiombare gli onesti cittadini nel panico. Solo per miracolo quest’ultima stesa non avrebbe prodotto vittime che ci avrebbero portato a commentare oggi l’ennesima tragedia annunciata. Gionta, Gallo –Cavalieri, Terzo Sistema , baby gang emergenti : tutti prodotti di una sub cultura camorristica, anzi nel caso dei Gionta mafiosa essendo il ras Valentino affiliato a Cosa Nostra e referente della mafia siciliana in Campania, talmente radicata nell’humus locale da passare quasi inosservata.
Abbiamo a che fare con veri e propri criminali cresciuti nella violenza che ancora godono di un certo ascendente sui giovani sbandati di Torre Annunziata. Negare tale dato equivale a negare la verità. La comunità oplontina che da un lato vanta tradizioni storico , culturali , archeologiche celeberrime e prestigiosi trascorsi produttivi è da tempo ostaggio di clan agguerriti dalle capacità offensive oltremodo rilevanti. La risposta della società civile fino a questo momento è apparsa fiacca e scoordinata : occorrerebbe agire con ben altra incisività ottimizzando le risorse presenti sul territorio.
Ci chiediamo per esempio perché beni confiscati alla camorra come la sede dell’Associazione “Giuseppe Veropalubo” ( onesto carrozziere ucciso da un proiettile vagante la sera del 31 dicembre del 2007 mentre si trovava seduto a tavola nella propria abitazione) ad oggi non abbiano ancora prodotto alcuna attività filantropica tra i giovani per promuovere legalità e giustizia. Fiaccolate , inaugurazioni e marce se non seguite poi da interventi concreti lasciano il tempo che trovano. Torre Annunziata è popolata per lo più da persone per bene che meriterebbero ben altra attenzione da parte delle istituzioni competenti sul fronte della lotta alla criminalità organizzata. Senza sicurezza in città è impensabile promuovere un rinnovamento qualitativo dei luoghi.
Alfonso Maria Liguori