Duro colpo della Giustizia al boss del clan Birra di Ercolano Ciro Uliano. Dopo le innumerevoli condanne per omicidio e associazione mafiosa nei confronti del pezzo da ’90 del sodalizio criminale retto da Giovanni Birra, il Tribunale ha applicato la misura di revoca della potestà genitoriale.
Un epilogo doloroso per chi della cultura camorristica ha fatto ragione di vita: per anni in auto blindate e scortati da moto Ciro Uliano, Giacomo Zeno, Marco Cefariello (attuale collaboratore di Giustizia) , Luigi Boccia (trucidato da una pioggia di proiettili in via Ulivi nel giugno 2005 insieme a Pasquale Maiorano) hanno sfrecciato per Ercolano ostentando spavalderia e incutendo paura negli onesti cittadini, per non parlare poi delle vessazioni subite da commercianti e imprenditori della zona come poi emerso da i vari processi che hanno visto molti esponenti del clan Birra protagonisti di ripetute azioni estorsive.
Oggi a Ercolano si respirerebbe un aria nuova, più calma: Tano Grasso ammonì però la comunità degli scavi dall’abbassare la guardia nei confronti del crimine organizzato dopo gli arresti eccellenti e le condanne pesanti subite dai clan operanti in città. Incredibile infatti la capacità rigenerativa del sistema che è sempre pronto a rimpiazzare capi caduti in disgrazia con giovanissimi affiliati dal modus operandi oltremodo violento. Ecco perché il lavoro delle forze dell’ordine sul territorio finalizzato alla prevenzione e alla repressione tempestiva di reati legati ad attività camorristiche si è mantenuto sempre costante, con particolare riferimento all’Arma dei Carabinieri.
Grazie al coraggio di associazioni antiracket ed esponenti della società civile Ercolano è stata ripulita da metastasi sociali che ne annullavano di fatto potenzialità produttive e credibilità. Uno status da difendere oggi ad ogni costo per non piombare di nuovo nell’angoscia degli anni bui in cui si sparava quotidianamente e a qualsiasi ora del giorno in paese mettendo seriamente a repentaglio l’incolumità degli onesti ercolanesi.
Alfonso Maria Liguori