Castellammare, uccise Belviso nel 2013: la Cassazione annulla la sentenza per Rubicondo

Una lite per un debito non pagato di poche centinaia di euro e poi lo sparo

belvisoUna lite per un debito non pagato di poche centinaia di euro e poi lo sparo. Pasquale Rubicondo, 60 anni, di Castellammare di Stabia, uccise, nel novembre del 2013 in via Virgilio, con una pistola scacciacani il suo rivale, Luigi Belviso, 40enne. Inizialmente, viste le modalità, si pensò subito ad un regolamento di conti ma le indagini hanno escluso il movente camorristico. Rubicondo, tuttavia, venne condannato in Appello a 14 anni e 8 mesi ma la Corte Suprema di Cassazione ha deciso di annullare il tutto, accogliendo le richieste della difesa.




Secondo i legali del killer, infatti, lo sparo fu necessario per legittima difesa. Rubicondo sarebbe stato pestato dallo stesso Belviso e da alcuni parenti del gommista stabiese per poter ricevere immediatamente la somma di denaro in debito. Durante la colluttazione, qualcuno dei presenti avrebbe perso la pistola con la quale sarebbe partito il colpo. Si è trattato di una fatalità secondo i legali di Rubicondo che in Appello non sono riusciti a convincere i giudici. Ma la Cassazione, ieri, ha deciso di annullare tutto.




Il processo sarà da rifare, quindi. Il killer più di una volta ha chiesto perdono alla famiglia del 40enne raggiunto da un colpo di pistola in via Virgilio, nel pieno centro di Castellammare. Nessuno aveva mai creduto al suo pentimento, tranne la Cassazione. Sarebbe stato quindi un omicidio involontario e forse per legittima difesa. Ma sarà il nuovo processo, e le nuove prove presentate dalle due parti in causa, a mettere la parola fine sull’omicidio Belviso del lontano 2013 a Castellammare.



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