Secondo i legali del killer, infatti, lo sparo fu necessario per legittima difesa. Rubicondo sarebbe stato pestato dallo stesso Belviso e da alcuni parenti del gommista stabiese per poter ricevere immediatamente la somma di denaro in debito. Durante la colluttazione, qualcuno dei presenti avrebbe perso la pistola con la quale sarebbe partito il colpo. Si è trattato di una fatalità secondo i legali di Rubicondo che in Appello non sono riusciti a convincere i giudici. Ma la Cassazione, ieri, ha deciso di annullare tutto.
Il processo sarà da rifare, quindi. Il killer più di una volta ha chiesto perdono alla famiglia del 40enne raggiunto da un colpo di pistola in via Virgilio, nel pieno centro di Castellammare. Nessuno aveva mai creduto al suo pentimento, tranne la Cassazione. Sarebbe stato quindi un omicidio involontario e forse per legittima difesa. Ma sarà il nuovo processo, e le nuove prove presentate dalle due parti in causa, a mettere la parola fine sull’omicidio Belviso del lontano 2013 a Castellammare.