Ormai è ufficiale : i dossier che denuncia l’esistenza di presunti preti gay nella Curia sarà trasmesso alle autorità ecclesiastiche del Vaticano. Il cardinale di Napoli Crescenzio Sepe ha preso atto del faldone di 1233 pagine consegnato alla Cancelleria della curia partenopea. Inequivocabile il comunicato della Curia di Napoli in merito alla brutta vicenda : “ Al di là del fatto che, nel documento, non figurano nomi riconducibili alla Diocesi di Napoli, resta la gravità dei casi denunciati per i quali, qualora accertati, coloro che hanno sbagliato devono pagare e devono essere aiutati a pentirsi per il male fatto”.
I casi di presunta omosessualità coinvolgerebbero 34 sacerdoti e 6 seminaristi. L’opinione pubblica attende che sia fatta piena luce su una questione delicatissima che non deve ledere l’immagine dei tanti ministri di Dio che quotidianamente si adoperano, spesso mettendo a repentaglio la loro stessa incolumità, per strappare ragazzi alla strada, per salvare giovani esistenze dalle spire ciniche della camorra.
Sacerdoti che all’interno delle parrocchie, disseminate ovunque sul territorio, si confrontano con realtà allucinanti vendendo a contatto con miserie umane che superano la più fervida immaginazione. Ecco perché chi disonora la propria missione andrebbe immediatamente individuato e messo in condizione di non poter più nuocere.
La criminalità, la sub cultura mafiosa si combattono con campagne di sensibilizzazione sulla legalità, vivere civile e sana collaborazione all’interno della società civile, principi che devono animare ogni sede aggregativa giovanile a partire dalla parrocchie. Sarebbe assurdo generalizzare prestando il fianco a chi ha interesse a screditare l’operato dei sacerdoti : al contrario occorre procedere con grande cautela al fine di fare giustizia da un lato e impedire dall’altro squallide strumentalizzazioni che sortiscano l’effetto di favorire enormemente le strategie di chi vive al di fuori della legge.
Alfonso Maria Liguori