“Non può votare!”: 86enne ammalato chiede di votare a casa, ma il comune non è “attrezzato”

Sembra impossibile, ma è quanto un familiare di un cittadino pompeiano, disabile e costretto in casa da uno stato influenzale con tosse e difficoltà a respirare, si è sentito rispondere a telefono dal funzionario comunale contattato dal seggio

La Costituzione repubblicana detta alcuni principi fondamentali in materia di voto, stabilendo che esso è personale, eguale, libero e segreto e che il suo esercizio è un «dovere civico». Attualmente in Italia il voto è un dovere e un diritto di tutti i cittadini con almeno 18 anni d’età.

Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge.

E fin qui tutto regolare. Questo è quanto sancisce la nostra Costituzione, ma a Pompei oggi, domenica 4 marzo 2018, dall’Ufficio elettorale del comune la risposta è stata “… non può votare”.

Sembra impossibile, ma è quanto un familiare di un cittadino pompeiano di 86 anni, disabile e costretto in casa da uno stato influenzale con tosse e difficoltà a respirare, si è sentito rispondere a telefono dal funzionario comunale contattato dal seggio.

La richiesta era stata quella di permettere all’anziano di poter esprimere il proprio voto senza lasciare la propria abitazione per evitare l’aria fredda di questi giorni. La risposta: “… non può votare…”. Sembra assurdo? No, purtroppo tutto vero.

A chiamare l’ufficio competente erano stati gli agenti delle Forze dell’Ordine, Polizia di Stato e polizia Municipale presenti nel seggio di via Messigno che interpellati dal familiare recatosi a votare aveva chiesto spiegazioni in merito. Gli agenti hanno a quel punto chiamato in comune e avevano mediato con l’ufficio.

“Il fatto è che il Comune di Pompei non ha un seggio volante” per queste evenienze: sarebbe stata questa la risposta al telefono data direttamente al familiare del cittadino al quale le forze dell’ordine avevano passato la chiamata per avere un contatto diretto con la casa comunale. Per avere diritto a votare nella propria abitazione l’86enne avrebbe dovuto comunicarlo nei giorni scorsi, quindi si sarebbe dovuto ammalare per tempo, magari con qualche giorno di anticipo o quanto meno saper in anticipo che per il 4 marzo sarebbe stato ammalato. Siamo all’assurdo.

A nulla sono valse le proteste del familiare. Il funzionario è stato categorico: “Non può votare”.

E così il diritto-dovere di voto è diventato ancora un altro optional della libertà e dei diritti repubblicani, almeno stando all’organizzazione che il Comune di Pompei è riuscito a mettere in campo per questa tornata elettorale.

Come è andata a finire tutta l’incredibile vicenda? Semplice, l’anziano, spinto da un encomiabile senso civico, nonostante il precario stato di salute e, a fronte dell’avanzata età, mettendo a rischio la propria vita, si è vestito e, accompagnato dal genero, si è recato al seggio, ha fatto la sua bella fila ed ha votato.

E così il diritto-dovere del tenace italiano 86enne è stato espletato, ma a fronte di quanto accaduto, quanti altri voti non saranno conteggiati a Pompei perché non dati? Quanti altri cittadini, impossibilitati a recarsi ai seggi in queste ore per problematiche simili, non sarà stato possibile raggiungere? A quanti altri Italiani di Pompei sarà stato risposto: “Non può votare!

Gennaro Cirillo

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