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Castellammare, chalet dell’Acqua della Madonna: solo due offerte presentate. Troppa paura della camorra

Si è rivelato un flop il bando per l’assegnazione di otto nuovi chalet all’Acqua della Madonna. Alla gara, che si è conclusa nella giornata di ieri, hanno partecipato solamente due società ma solamente una risulta in regola con la documentazione richiesta. Per questo motivo si è preferito attendere altri dieci giorni per permettere alla società di presentare i documenti necessari richiesti dall’Autorità Portuale. E’ inutile nascondere che gli addetti ai lavori speravano in una partecipazione maggiore per riqualificare l’area sud di Castellammare ma la paura della camorra, probabilmente, ha bloccato il tutto.

Infatti, storicamente, la zona dell’Acqua della Madonna è sempre stata in mano della criminalità organizzata. Per questo motivo, la Prefettura di Napoli ha controllato il bando, per volontà anche dell’ex sindaco di Castellammare, Antonio Pannullo. L’obiettivo era quello di mantenere fuori dall’assegnazione i clan della zona. Non si esclude, quindi, che i poteri forti della città delle acque abbiano pressato gli imprenditori affinchè non presentassero le offerte. Il dubbio rimane.

Tuttavia, dopo i dieci giorni concessi dall’Autorità Portuale ad una delle due ditte, si provvederà alla formazione di una Commissione giudicatrice che prenderà in esame le due offerte. In un secondo momento si passerà all’assegnazione con l’obbligo per il vincitore di portare a termine i lavori entro quattro mesi, preservando così la stagione estiva. Resta l’amaro in bocca al Presidente dell’Autorità Portuale, Pietro Spirito, il quale ha dichiarato: “Non siamo soddisfatti. Due degli otto chalet realizzati potranno essere comunque realizzati. Partiamo da qui”. Per realizzare gli altri sei piccoli ristorantini si attenderà l’insediamento della nuova amministrazione comunale.

I motivi del flop

L’Acqua della Madonna, soprattutto in estate, è un quartiere completamente abbandonato. Sosta selvaggia, parcheggiatori abusivi, occupazione del suolo pubblico sono solo alcuni dei fenomeni ricorrenti. La polizia municipale, e tutte le altre forze dell’ordine, solo in pochi casi sono riusciti a bloccare l’illegalità diffusa. Ma c’è ancora molto da lavorare. Investire nel quartiere, quindi, non è sicuramente semplice. Oltre all’influenza della camorra, che non deve essere sottovalutata, anche il livello di abbandono del quartiere ha sicuramente scoraggiato i tanti imprenditori che avrebbero potuto creare nuovi chalet. Almeno per il momento, quindi, il bando può essere considerato un flop. Si spera che quello relativo alla privatizzazione delle Terme di Stabia possa avere una fortuna diversa.

Gennaro Esposito

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