Provò a portare a termine un raid punitivo in pieno centro a Castellammare, in compagnia di suo fratello e di un terzo complice mai identificato. Venne, però, puntualmente arrestato dai carabinieri e dalla polizia di Stato che bloccarono la fuga di due dei tre giovanissimi. A cinque anni da quella mattinata che poteva trasformarsi in tragedia (era il 3 febbraio 2013), Antonio Cafiero, figlio di Carlo, ras dei Cesarano, è stato spedito ai domiciliari dove dovrà scontare la sua condanna.
Il giovane aveva un obiettivo da portare a termine: punire un uomo che si era opposto al potere del clan di Ponte Persica. Per farlo, indossarono alcune maschere di vampiro, e si armarono di coltelli, mazze e pistole giocattolo. All’interno di queste, vennero ritrovati alcuni proiettili veri. Lasciarono la propria auto rubata nei pressi del Viale Europa (il raid doveva compiersi in via Macello) ed entrarono nello stabile.
Sfortunatamente per loro, però, arrivarono subito i carabinieri della stazione di Castellammare e gli agenti della polizia di Stato. Furono avvisati da alcuni cittadini che notarono le maschere e le armi dei tre aggressori. Quest’ultimi si nascosero nel vano ascensore ma, una volta scoperti, si liberarono delle armi e tentarono la fuga. Senza successo. Due di loro furono fermati dalle forze dell’ordine che collegò il raid punitivo al clan Cesarano operante tra Castellammare e Pompei.