Una vittima della camorra che saluta e sorride ai suoi stessi sicari durante il processo. L’incredibile vicenda è accaduta nell’aula “Giancarlo Siani” del Tribunale di Torre Annunziata dove Vittorio Nappi, colpito tempo addietro da un colpo di pistola esploso da un commando formato da due 20enni, ha sorriso e salutato Raffaele Gallo, figlio del boss Francesco Gallo presente nella gabbia degli imputati con l’accusa di essere l’autore del ferimento .
Ovvero paradossalmente Nappi avrebbe trattato cordialmente i propri aguzzini con particolare riferimento al rampollo del clan Gallo Raffaele. Per non parlare delle approssimative dichiarazioni rese ai giudici caratterizzate da una serie di amnesie e continue esitazioni. Una sorta di ritrattazione che la dice lunga sul potere criminale che ancora i clan esercitano sul territorio oplontino. Perché sia chiaro una volta per tutte che al di la dei singoli episodi malavitosi la società civile combatte da decenni una guerra senza sosta contro la sub cultura mafiosa che crea muri d’omertà inespugnabili trasformando belve sanguinarie, criminali senza scrupoli in modelli da emulare per una parte della nuove leve oplontine.
Se così non fosse non si spiegherebbe l’incredibile capacità rigenerativa di clan che pur colpiti da arresti eccellenti, pesanti condanne di pezzi da 90 dei rispettivi gruppi e confische di beni immobili e mobili continuano a seminare terrore in città vessando in modo particolare commercianti e imprenditori della zona. Per non parlare del traffico di stupefacenti, business che non conosce crisi a Torre Annunziata apportando enormi quantità di denaro nelle casse dei sodalizi criminali. Soldi impiegati per pagare affiliati e familiari di detenuti, per acquistare armi e formare nuovi scagnozzi , consentendo nel contempo ai boss di mantenere un tenore di vita altissimo.
Alfonso Maria Liguori