Dietro il pestaggio di uno studente dodicenne di Napoli alunno della Media Statale “ Nicolardi” non ci sarebbe solo un atto di bullismo vergognosamente messo in essere da alcuni compagni di scuola ma un vero e proprio episodio estorsivo perpetrato con inaudita violenza ai danni della vittima.
Per sottrargli il cellulare i membri della gang non avrebbero esitato a colpire infatti il dodicenne con colpi alla nuca.
Un episodio gravissimo anche secondo il pm che sta seguendo le indagini, la testimonianza del livello di follia e ferocia ormai raggiunto da criminali in erba che non hanno nulla a che vedere con i ragazzini delle loro età. Si parlerebbe di responsabilità istituzionali a monte di episodi del genere causate da scarsa scolarizzazione, inoccupazione e alienazione sociale in cui ancora molte zone di Napoli e dell’hinterland vegetano. Tutto giusto, sacrosanto : ma a questo punto l’emergenza sicurezza in città sul fronte delle baby gang è ormai endemica e un segnale forte va dato a chi si crede di poter violare la legge perché non perseguibile.
Occorre andare a fondo nelle singole vicende e se il caso intervenire sulle stesse famiglie dei cosiddetti camorristi in erba che in alcuni casi appaiono non idonee a crescere correttamente un minore. Gli onesti cittadini temono per i propri cari di ritorno da scuola o dal lavoro : per una catenina, un cellulare e pochi euro gruppetti di minorenni senza scrupoli sono pronti a uccidere. Ad oggi solo per miracolo non c’è scappato il morto ( ricordiamo il giovane Arturo accoltellato selvaggiamente e ridotto in fin di vita da spietati coetanei ).
Ormai si ha paura di mandare i propri figli in palestra, in associazioni e persino a scuola : una situazione indegna di una società civile. Si muovano gli organi competenti e lo facciano nel pieno rispetto della sicurezza dei contribuenti. Della serie : basta con le chiacchiere e con le promesse da marinaio, interventi concreti e in tempi utili per il rinnovamento sociale della campitale del Mediterraneo.
Alfonso Maria Liguori