Tempo addietro il Gip aveva bocciato le richieste di arresti domiciliari avanzate dal pm Valter Brunetti nei confronti di Izzo e di altri indagati per i quali era stata proposta la misura cautelare. La Procura però ha impugnato questa decisione. Oggi sarebbe tornata a chiedere l’applicazione degli arresti domiciliari. A questo punto il confronto fra accusa e difesa si sposta adesso davanti al Tribunale del Riesame. Turbativa d’asta sarebbe l’ipotesi investigativa. Stando a quanto emerso la posizione dell’attore va ricondotta ad alcune intercettazioni che riguardavano la vendita all’asta di una moto e di una macchina, una Vespa 300 e una Fiat 500, oltre ad alcuni mobili.
Beni che gli erano stati precedentemente pignorati nel corso di una analisi tributaria e in seguito di un lungo contenzioso con Equitalia, relativo ad alcune cartelle esattoriali. Beni dei quali il comico voleva rientrare in possesso. Nella vicenda sarebbero coinvolti anche alcuni impiegati dello Stato a loro volta iscritti nel registro degli indagati. Si tratterebbe di Mario Parisi e Rodolfo Imperiale, all’epoca dei fatti dipendenti di Equitalia, che si sarebbero adoperati con la presunta complicità di un dirigente dell’istituto vendite giudiziarie di Napoli, Gianfranco Lombardi, per fare in modo che i beni fossero acquistati all’asta tenuta il 25 febbraio 2015 per poi tornare nella disponibilità di Izzo. Tutti avranno modo di chiarire la propria posizione dinanzi ai giudici.
Alfonso Maria Liguori