Tiziana Brancaccio , laureanda in biologia, ramo cellulare e fisiopatologico presso la Federico II, Marzia Montella, dottoressa in Archeologia e beni culturali: due risorse umane ercolanesi che in nome della ricerca e dell’amore per i luoghi hanno iniziato una ricerca scientifica finalizzata al ritrovamento di reperti che testimonino la presenza nel territorio degli Scavi di Ercolano di prodotti interessanti per la dieta mediterranea e la cura delle malattie per la pelle mediante il benessere psicofisico.
Una sorta di articolato viaggio nel tempo condotto con la massima professionalità che evidenza il livello raggiunto dalla civiltà classica nella preservazione della salute fisica attraverso l’assimilazione di particolari alimenti. “I Romani erano soliti – hanno dichiarato Montella e Brancaccio – mangiare cibo ricco di Selenio come le ostriche trovandosi a diretto contatto con il mare, olio che tra l’altro commerciavano (come testimoniano le immagini sulle pareti degli stessi Scavi), cereali molto diffusi ma soprattutto frutta secca come i fichi che venivano essiccati e bagnati nel miele.
La ricerca scientifica ci ha condotto ad immaginare il “popolo del bello” attento alla pelle ed alla cura per il corpo contrastando i radicali liberi (di cui ovviamente ignoravano l’esistenza). A favorire inoltre gli abitanti di Herculaneum il clima del Miglio d’oro che tra l’altro preveniva le patologie dell’apparato cardio circolatorio. Sono ancora in corso studi presso i Laboratori della Federico II su come fattori climatici e alimentazione possano interagire con la genetica e addirittura sul fenotipo delle prossime generazioni. Questo studio genetico del DNA autosomico o dei cromosomi sessuali, ossia dei gruppi uniparentali (mtDNA e Y), che non sono ricombinabili, indipendentemente che sia in riferimento alle popolazioni più in generale o ad un singolo individuo, prende in considerazione il genotipo, ossia le informazioni ereditarie che compongono il DNA.
Questa via scientifica è forse più efficace per la ricerca dell’origine e dell’evoluzione dei popoli per tracciare ad esempio le rotte migratorie e i gradi di parentela tra le differenti popolazioni esaminate, mentre solo in piccola parte è in grado di definire il fenotipo di un singolo individuo, che invece risente del clima e dell’ambiente in qui cresce”. Orgoglio della comunità ercolanese e dell’intera fascia vesuviana Marzia Montella e Tiziana Brancaccio rappresentano la qualità delle nuove leve indigene dotate di potenzialità professionali e produttive incommensurabili. Fulcri positivi sui quali far ruotare il rinnovamento qualitativo di un’Ercolano che vanta duemila anni di storia.
Alfonso Maria Liguori