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Inquinamento fiume Sarno, quasi 500mila scarichi: indaga la Commissione Parlamentare Ecomafie

Quasi 500mila scarichi, 13 Comuni interessati e milioni di euro bruciati per opere mai realizzate. Il Sarno, che attraversa l’agro nocerino sarnese e il comprensorio stabiese, è diventato il fiume più inquinato d’Europa a causa dell’indifferenza della politica locale che per oltre 40 anni si è disinteressata della cura del territorio. La Commissione Parlamentare Ecomafie, dopo le inchieste partite dalla Procura di Torre Annunziata, Angri e Nocera Inferiore, ha dato avvio a delle nuove indagini per identificare i colpevoli di questo disastro naturale.




Il problema riguarda, secondo quanto riporta l’edizione odierna di Metropolis, la mancata realizzazione dei depuratori e dei collettori. A Nocera, per esempio, dopo che i lavori sono stati appaltati dieci anni fa, non sono mai partiti, con grosse conseguenze dal punto di vista ambientale. Solo due collettori su quattro sono stati completati nell’agro nocerino sarnese mentre, nei pressi della Foce del Sarno, si attende la fine dei lavori per quello di Gragnano. Restano da completare, però, quello di Poggiomarino e quello di Scafati.

Un danno che attraversa 13 Comuni

Senza ombra di dubbio, il fiume Sarno è un problema per diverse città. Al centro dell’attenzione della Commissione Parlamentare Ecomafie sono finiti i Comuni di Castellammare di Stabia, Pimonte, Striano, Poggiomarino, Gragnano, Santa Maria la Carità, Angri, Ottaviano, San Valentino Torio, Nocera Inferiore, Sarno e Scafati. Senza dubbio, quelli che subiscono le conseguenze maggiori sono gli Enti e ridosso della Foce (come Torre e Castellammare) che si ritrovano un mare tutt’altro che balneabile.




Le colpe, però, devono essere divise per tutti i Comuni interessati dal Sarno. Ed è per questo motivo che le Procure vogliono vederci chiaro e assicurare alla giustizia chi ha reso possibile la creazione di un simile disastro ambientale. Saranno ascoltati anche i vertici della Regione Campania e dell’Arcadis. Bonificare il fiume al momento è utopia ma la realizzazioni di alcuni collettori potrebbe sicuramente ridurre l’impatto inquinante del Sarno su diversi Comuni.



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