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Duplice omicidio di Arzano: tra gli arrestati il figlio di un boss di Castellammare

Catturato il 27enne Francesco Paolo Russo, figlio del boss Ettore Russo considerato braccio destro del padrino della Nuova Famiglia Ferdinando Cesarano. Il giovane sarebbe un killer degli Amato-Pagano, ovvero punta di diamante dei cosiddetti Scissionisti, il mega sodalizio criminale impegnato sul territorio di Scampia e Secondigliano contro lo storico clan di Paolo Di Lauro, alias “Ciruzzo o ‘Milionario”.




Secondo gli inquirenti Francesco Paolo Russo potrebbe aver fatto parte del gruppo di fuoco che nel febbraio del 2014 uccise in un centro estetico sito in via Luigi Rocco ad Arzano il 30enne Vincenzo Ferrante, un innocente estraneo a qualsiasi vicenda di camorra colpito per errore e il 57enne Ciro Casone, pregiudicato vicino al clan Moccia. Un raid che per modalità d’esecuzione aveva richiamato la scena iniziale del celebre film Gomorra, dove un commando colpisce a morte alcuni rivali proprio mentre si trovavano all’interno di un solarium.

L’episodio farebbe parte della faida in corso tra gli Amato-Pagano e i Moccia : parliamo di poteri criminali titanici, di espressioni apicali di un sistema che muoverebbe milioni di euro provento di attività illecite abilmente ripuliti da insospettabili professionisti in società di comodo, attività ristorative, centri scommesse sportive e grossi pacchetti immobiliari sparsi in mezzo mondo. A discapito dell’età Francesco Paolo Russo vanterebbe un curriculum criminale degno di uno storico capo camorra: un triste primato che fa del figlio del ras Ettore degno erede del padre sotto il profilo malavitoso e personaggio estremamente temuto dai clan operanti a Napoli e in provincia.




Soggetti dal grilletto facile e dallo sguardo di ghiaccio in grado di colpire con incredibile ferocia chiunque e ovunque sul territorio. Questo l’identikit dei nuovi boss del sistema che con inaudita ferocia tenterebbero giocandosi continuamente la stessa vita una rapida scalata ai vertici delle organizzazioni camorristiche che “contano”.

Alfonso Maria Liguori



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