Torre Annunziata, al via il processo contro i boss del narcotraffico

Un business impressionante che avrebbe apportato alle casse delle organizzazioni a delinquere coinvolte nel traffico di droga all’ingrosso cifre da capogiro

Sta per prendere il via il tanto atteso processo contro i potenti boss del vesuviano specializzati nell’importare grossi quantitativi di droga dal Sud America. Tanti i boss del sistema che conta tra gli indagati: Pasquale e Valentino Gionta junior , rispettivamente figlio e nipote del ras fondatore dell’omonimo clan, Francesco Casillo , ex boss del Piano Napoli di Boscoreale oltre a figure apicali dei sodalizi criminali Aquino-Annunziata , Lo Russo di Napoli, Pecoraro di Salerno e Castaldo di Caivano.




In tutto sarebbero ben 127 gli imputati. Un business impressionante che avrebbe apportato alle casse delle organizzazioni a delinquere coinvolte nel traffico di droga all’ingrosso cifre da capogiro. Un dato poi emergerebbe su tutti, un’ipotesi da noi avanzata tempo addietro che sembra a questo punto prendere consistenza. La camorra non sarebbe divisa in gruppi ma unita in una mega associazione piramidale che costituirebbe di fatto un unico grande clan. Troppi gli interessi in comune tra sodalizi malavitosi che sulla carta non dovrebbero avere alcun rapporto per non pensare ad un’unica colossale organizzazione a delinquere con ramificazioni in ogni strato della società. Potere punitivo e corruttivo: questi i cardini sui quali i camorristi fanno ruotare veri e propri imperi economici.




Attraverso disonesti politici, amministratori, imprenditori e infedeli servitori dello Stato il sistema sarebbe riuscito a monopolizzare, più o meno direttamente, grossi appalti e concessioni anche nell’ambito del pubblico. Ignorare tale fenomeno equivarrebbe a fingere di volere combattere la sub cultura mafiosa realmente: spesso i balordi che animano la nera dei media sono solo figure di secondo piano di meccanismi camorristici ai più sconosciuti, spesso in collusione con frange deviate della massoneria e della politica. Altrimenti non si spiegherebbe come mai determinati scandali dai contenuti oltremodo gravi sotto il profilo penale si rivelino poi bolle di sapone o peggio finiscano stranamente nel dimenticatoio in tempi record.

Alfonso Maria Liguori



Donazione sostieni il Gazzettino Vesuviano
Condividi
PrecedenteOmicidio del vigilante a Napoli: i 3 minorenni hanno confessato
SuccessivoTerme di Stabia, tutto pronto per il bando di privatizzazione: ora tocca agli imprenditori
Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.