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Napoli, omicidio del vigilante: convalidati i fermi per i 3 minorenni

Convalida del fermo per i tre minorenni accusati dell’omicidio della guardia giurata Francesco Della Corte da parte del Gip del Tribunale per i Minori di Napoli Pietro Avallone. Emessa nei loro confronti un’ ordinanza di custodia in carcere. I reati contestati ai tre minorenni sono di omicidio volontario e tentata rapina. I tre indagati, tutti del quartiere Piscinola , teatro della brutale aggressione ai danni del vigilantes, hanno risposto alle domande del giudice durante l’interrogatorio di garanzia . Per gli inquirenti a partecipare al raid contro la guardia giurata sarebbero stati in due, mentre un terzo si sarebbe posizionato a poca distanza dal luogo dell’aggressione.




I tre ragazzi sarebbero scoppiati in lacrime alla presenza del magistrato , chiedendo perdono per quanto fatto. A tre giorni dall’arresto hanno forse realizzato l’enormità del proprio gesto. Venerdì sera sono stati fermati dagli agenti della Squadra Mobile di Napoli, incastrati dalle immagini di una telecamere e da intercettazioni telefoniche, con l’accusa di essere gli autori dell’omicidio, che come scopo aveva la rapina della pistola d’ordinanza dell’uomo che avrebbero rivenduto a 600 euro. Hanno confessato già davanti agli agenti e lo hanno fatto anche questa mattina davanti al giudice.

Solo il 15enne, considerato il capo del gruppetto, avrebbe parzialmente cambiato la versione resa 48 ore prima. Aveva detto, con suo padre presente, di essere stato lui a ideare il tutto, lui a prendere un piede di legno di un tavolo trovato in un bidone della spazzatura e a colpire alla testa il 51enne che aveva appena finito il suo turno di lavoro alla metro. «Ho fumato uno spinello e poi ho deciso di aggredire quell’uomo, lo volevo solo picchiare», aveva dichiarato . Oggi uno dei tre ragazzi, L., difeso dall’avvocato Luigi Bonetti, accuserebbe direttamente gli altri 2 : “Anche loro erano d’accordo con me. Io e K. abbiamo preso due bastoni e li abbiamo scagliati contro la guardia giurata.




Io l’ho colpito tre volte e K. lo ha colpito due volte. L’altro nostro amico, C., era più distante e non ha partecipato all’aggressione anche se era d’accordo con noi”. Un onesto lavoratore, un padre di famiglia strappato all’affetto dei suoi cari nell’esercizio delle sue funzioni da balordi senza scrupoli, criminali in erba: non ci sono altri termini per definire questi baby delinquenti nei confronti dei quali ci auguriamo la Giustizia possa agire con il massimo rigore.

Alfonso Maria Liguori



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