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Maestra “violenta” di Gragnano rinviata a giudizio: gli episodi nel 2015

maestre violente poggiomarinoE’ stata rinviata a giudizio la maestra di un asilo di Gragnano accusata di aver terrorizzato i bambini in classe. I fatti risalgono al 2015 : in seguito ad accurate indagini promosse dal Tribunale di Torre Annunziata il Gip emise nei confronti della “signora” un provvedimento di custodia cautelare con l’accusa di maltrattamenti aggravati. Determinanti ai fini delle indagini le riprese video effettuate dai carabinieri tra gennaio e giugno del 2015. Micro camere nascoste documentarono decine di episodi violenti nei confronti dei bambini ( di età compresa tra i 3 e i 6 anni) : immagini che hanno inchiodato la maestra alle sue responsabilità penali. Un episodio gravissimo che accende ancora una volta i riflettori della cronaca su violenze messe in essere da chi, sulla carta, dovrebbe essere preposto alla tutela e alla formazione di giovanissime vite.




Il dramma è che non si tratterebbe di un caso isolato ma di una ripetuta serie di episodi avvenuti nel corso del tempo in istituti scolastici di tutt’Italia. Ovviamente parliamo di quelli smascherati: sgomenta poi il pensiero di quanta gentaglia, perché così bisogna definire chi a qualsiasi livello disonora il proprio ruolo di insegnante infierendo su bambini indifesi, possa averla fatto franca magari rimediando solo qualche “cicchetto” da parte dei relativi dirigenti scolastici. Ecco perché non bisogna avere alcuna esitazione a segnalare qualsiasi anomalia comportamentale da parte dei maestri , riportata dai giovanissimi alunni, alle autorità competenti.




Non si può e non si deve lasciar correre un andazzo che macchia la credibilità dell’Istituzione Scuola proprio nel periodo formativo più delicato di un iter che dovrebbe poi portare alla formazione di un individuo civile. Ci auguriamo che la magistratura applichi il massimo rigore nel perseguire gente non degna di rappresentare lo Stato e soprattutto di ricoprire il ruolo di educatore/trice all’interno delle comunità.

Alfonso Maria Liguori



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