Appalti pubblici a Ercolano, 27 indagati: ci sono politici, tecnici e imprenditori

Al momento ovviamente solo ipotesi di reato che riguarderebbero tre appalti: la realizzazione della caserma dei carabinieri, il restauro di Villa Campolieto (vicenda rispetto alla quale è indagata l’ex sindaco e parlamentare Luisa Bossa) e i lavori di Pugliano

comune ercolanoPersino l’acquisto e l’installazione gratuita di una caldaia dal valore di mille euro farebbe parte del prezzo corruttivo tra alcuni membri della politica ercolanese e imprenditori che avrebbero ottenuto appalti pubblici in città . Nei patti tra le parti rientrerebbe anche la promessa di assunzione di manodopera per i cantieri. Sono i particolari che emergono dall’indagine diretta dai pubblici ministeri Celeste Carrano e Valter Brunetti della Procura di Napoli su presunte irregolarità nell’assegnazione di lavori pubblici a Ercolano.




L’inchiesta si è tradotta in un avviso di chiusura indagine per ben 27 indagati: politici, tecnici e imprenditori, accusati a vario titolo di turbativa d’asta, falso ideologico, abuso d’ufficio, traffico di influenze illecite, corruzione, frode nelle pubbliche forniture e truffa ai danni dello Stato. Al momento ovviamente solo ipotesi di reato che riguarderebbero tre appalti: la realizzazione della caserma dei carabinieri, il restauro di Villa Campolieto (vicenda rispetto alla quale è indagata l’ex sindaco e parlamentare Luisa Bossa) e i lavori di Pugliano. Una vicenda che evidenzierebbe brutte storie di corruzione. Nel periodo compreso tra agosto e dicembre 2014, Salvatore Solaro, all’epoca componente dell’esecutivo di Vincenzo Strazzullo, avrebbe infatti ricevuto diversi benefici dall’azienda Nuova Cooperativa Campania per compiere atti contrari ai doveri d’ufficio rispetto all’appalto della costruzione della caserma.

E più specificatamente per esercitare sul responsabile unico del procedimento, il tecnico comunale Andrea Ripoli, e sul direttore dei lavori Pietro D’Angelo, indebite pressioni volte all’emissione di atti amministrativi falsi e alla presentazione e all’approvazione di varianti nei lavori. Tra i benefit vi sarebbe stata anche , nel mese di novembre 2014 , l’utilità consistita nell’acquisto e nella installazione gratuita di una caldaia dal valore di mille euro da parte dei tecnici della NCC presso l’abitazione di Salvatore Solaro. Inoltre l’ esponente del Pd, componente dalla Giunta nella squadra di governo dell’ex primo cittadino ercolanese, avrebbe anche intascato presso la sede della società appaltatrice del cantiere, sita in Fuorigrotta, la somma di 2mila euro in contanti.




Soldi a cui andrebbero aggiunti i 17mila euro versati in due tranches di pagamento sempre dalla Nuova Cooperativa Campana grazie «all’intermediazione di un’altra azienda», la Tedil srl. Il rappresentante legale della società a responsabilità limitata, Giuseppe Terlizzo, anche lui indagato, avrebbe infatti disposto due bonifici bancari, rispettivamente ammontanti a 8 mila euro e a 9 mila euro, in favore della SAAB progetti srl. La ditta amministrata proprio da Solaro. In particolare, i soldi versati dalla Tedil nelle casse dell’azienda di Solaro sarebbero stati girati tramite «un bonifico bancario di 25mila euro» disposto dalla NCC «per il pagamento di prestazioni di fatto mai eseguite» dalla srl di Giuseppe Terlizzo «in favore della Nuova Cooperativa Campania». Nel patto corruttivo tra imprenditoria e camorra infine sarebbe coinvolto anche un altro assessore della giunta Strazzullo, Ferdinando Pirone (Sel), delegato alle politiche sociali cittadine.

E lo stesso sindaco, oltreché un consigliere comunale. I tre, secondo quanto descritto dall’accusa, avrebbero accettato la promessa da parte di Bianconcini Manlio, rappresentante legale della NCC, e di Pisciotta Raffaele, geometra dell’azienda, di ricevere «utilità consistite nell’assunzione e nella promessa di assunzione di manodopera segnalata dai suddetti pubblici ufficiali».Anche all’ex parlamentare ed ex sindaco Luisa Bossa, sarebbe stata garantita l’assunzione di una persona da lei segnalata. Dalla ditta “Campolieto Società Consortile srl” che si sarebbe così aggiudicata con questa promessa un altro appalto finito nel mirino della procura napoletana. Quello del restyling di Villa Campolieto. Una circostanza che è costata all’ex sindaco ‘anticamorra’ l’accusa di turbativa d’asta.

Alfonso Maria Liguori



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Pubblicista, con formazione scolastica classica e frequenza universitaria presso l'Ateneo Federico II di Napoli (corso di Laurea in Filosofia). Dal 2003 "Aml" è nato, giornalisticamente parlando, con il settimanale diocesano della Curia di Napoli "Nuova Stagione". Successivamente collabora con Cronache di Napoli, con Metropolis, con Napoli Più, svolgendo nel contempo attività di pubbliche relazioni e portavoce di politici. Impegnato nel sociale nel 2003 ha preso parte ad un progetto sociale per il recupero di minori a rischio promosso dall'associazione onlus "Figli in Famiglia" in collaborazione con il Tribunale per i Minori di Napoli. Ha curato eventi di solidarietà per associazioni onlus in favore di noti ospedali partenopei in collaborazione con l'Ubi Banca Popolare di Ancora. Ha diretto la trasmissione televisiva "Riflettori su Ercolano" (a sfondo sociale) per Tele Torre. Profondo conoscitore della strada e dei complessi meccanismi sociali che caratterizzano le problematiche di Napoli e della sua provincia, da anni collabora attivamente con il Gazzettino vesuviano.