Castellammare, prove di dialogo LeU – Pd. Ma Andrea Di Martino lascia

Duro colpo per il Pd a pochi giorni dall'inizio della campagna elettorale

“Rassegno le mie dimissioni dalla segreteria. La direzione che sta prendendo la nostra discussione, in vista del voto amministrativo, non mi persuade”. Inizia così la lunga lettera di Andrea Di Martino, ex vicesindaco di Castellammare, con la quale annuncia il suo addio alla segreteria del Partito Democratico diretta da Nicola Corrado.




“Alla luce della pesante sconfitta delle scorse elezioni politiche, è evidente che il lavoro da fare è difficile e dall’esito incerto. Noto però un senso di marcia che va nella direzione sbagliata. Stiamo isolando il Pd all’interno del quadro politico cittadino. Noto segni di chiusura in una ridotta minoritaria ed identitaria che a mio avviso non può essere la risposta dei Democratici. Alla proposta lanciata da Leu di mettere su una patto ampio della migliore società stabiese, non si può rispondere che il tema è ripartire dalla sinistra, come ha fatto Nicola Corrado l’altra sera. Voglio ricordare a tutti noi che alle ultime elezioni tutta la sinistra ha raccolto poco più di 5.000 consensi, considerando tutti i voti al PD di sinistra” continua l’ex vicesindaco.

“Sbagliato allontanarsi dalle civiche”

Un punto di rottura tra Corrado e Di Martino è stato sicuramente il rapporto con le civiche. Il Pd, visto anche l’ennesimo scioglimento in consiglio comunale, sarebbe contrario ad un’alleanza mentre per Di Martino è fondamentale. “Apostrofare tutto il civismo come “criminogeno” è un grave errore politico e una visione che mortifica la tradizione democratica di Castellammare. Voglio solo ricordare statisticamente che alle ultime elezioni le liste civiche hanno avuto il 70% della rappresentanza consiliare”.

“Necessario un giudizio sulla vecchia amministrazione”

“C’è infine un tema cui non si può continuare ad eludere, o peggio dichiararlo nelle riunioni e poi non renderlo pubblico – continua Di Martino -. Toni Pannullo chiede giustamente un giudizio sulla sua esperienza di governo. Ebbene quel giudizio va dato e con nettezza. Altrimenti questa sospensione rischia di deflagrare su tutti noi. Ed io non voglio essere corresponsabile del disastro. Quella è stata un’esperienza con luci ed ombre. Ombre che abbiamo rilevato noi, ombre che ha ammesso lo stesso Pannullo”.




“Su quelle ombre va fatta chiarezza altrimenti rischiano di pesare sul futuro consiglio. In modo particolare quando si paventa una pressione della camorra sul governo cittadino. E poi ci sono stati gli errori che pesano e ricadranno sulla città. Il bando delle Terme è uno di questi, e rischia di mettere la parola fine sulla possibilità di far ripartire il termalismo. Penso che il maggiore peso su quell’esperienza amministrativa è stata la scelta di Toni di circondarsi, ad un certo punto dell’esperienza, di una tolda di comando che l’ha spinto a commettere innumerevoli errori, sino alla deflagrazione della maggioranza in piena campagna elettorale”.

“C’è bisogno di unità”

Per vincere alle prossime elezioni amministrative e garantire finalmente un governo a Castellammare, per Di Martino c’è bisogno “di unità e non di frantumazioni. Molte di queste risorse sono già in campo con liste civiche, altre sono nei partiti, altre stanno valutando se ci sono le condizioni per scendere in campo. Il nostro ruolo dovrebbe essere quello di essere il lievito di un processo del genere e metterci a disposizione. Non rinchiuderci su noi stessi invocando il primato di un partito che non è altro che un corpo deflagrato. Ne abbracciare in modo tardivo la bandiera di una Sinistra sconfitta”.




“Partendo dal tener ferma la propria cultura politica, che non si cancella mai, bisogna avere il coraggio di andare oltre, con la tenerezza che la nostra città merita ma anche con competenza e determinazione. Io continuerò a lavorare in tale direzione. Voglio ringraziare Nicola e tutti voi per avere avuto la possibilità di avviare un lavoro. Mi auguro di continuare insieme il nostro lavora da Democratici, per il bene di Castellammare. Ma non posso più continuare a condividere un processo di direzione che va verso la soluzione sbagliata” conclude.



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