Non si arrestano le polemiche sul centro oncologico che sorgerà a Torre Annunziata. Ad alimentare le critiche nei confronti del comune, il riconoscimento, nel corso del consiglio comunale di venerdì 23, dell’«interesse pubblico» al progetto del dottor Luigi Marulo. Causa dello scontro il sequestro per abusi edilizi di Palazzo Genzano, l’edificio che ospiterà il polo sanitario.
Ai limiti del Quadrilatero delle Carceri, l’immobile fu l’unico a sfuggire al vincolo apposto dall’amministrazione nel 1981 per il recupero complessivo dell’area, vietando di fatto la libera iniziativa ai singoli proprietari. Così se il rione oggi cade a pezzi, in attesa della riqualificazione, l’edificio di via Castello è oggetto dei lavori di ristrutturazione da parte di patron Cmo.
Nel 2016, in seguito ad un esposto, scattarono i controlli della polizia municipale che riscontrò decine di irregolarità. La struttura venne sottoposta a sequestro e indagato il proprietario. Lo scorso dicembre, la giunta guidata dal sindaco Vincenzo Ascione ha riconosciuto, con delibera, «l’interesse pubblico» del progetto. Marulo ha anche incassato da Invitalia, l’agenzia nazionale per gli investimenti, un finanziamento di 34 milioni per la creazione di un centro medico all’avanguardia nella cura dei tumori.
Venerdì la delibera del consiglio
Una questione spinosa. Da una parte la pubblica amministrazione che dichiara il pubblico interesse ad una struttura nata presumibilmente sull’illegalità, dall’altra è in corso un procedimento amministrativo per la richiesta di una sanatoria degli abusi edilizi. Al centro 34 milioni di euro. «Il principio di legalità è stato asservito alla libera impresa», ha avvertito il consigliere Pierpaolo Telese. L’esponente di DeMa aveva chiesto il rinvio della questione di qualche giorno per consentire l’approfondimento della vicenda e un confronto con i dirigenti delle aree tecnica, finanziaria e legale. Richiesta respinta: ordine del giorno approvato. «Basterebbe leggere la delibera», per il sindaco Vincenzo Ascione. «La sanatoria è condizione necessaria per dichiarare l’interesse pubblico. Se non verrà confermata, l’atto consiliare sarà nullo».
Il primo cittadino difende la scelta della maggioranza, «dettata da tre situazioni. Innanzitutto si tratta di un investimento in una zona difficile di Torre; Palazzo Genzano è un edificio antico e malmesso, aprire un centro di eccellenza lì permette anche la riqualificazione dell’area. La città avrebbe un servizio sanitario d’eccellenza; mentre tra assunti e indotto, ne gioverebbe anche l’occupazione.» Proprio sulle assunzioni si è giocata un’altra partita.
La clausola sociale
La proposta di inserimento della clausola avrebbe favorito l’assunzione di 120 torresi, più quelli previsti grazie all’indotto. Delusi i rappresentanti di Cisl, Uil e Cgil per i quali si tratta di «un altro flop per Torre Annunziata». Contro la bocciatura, tutti i consiglieri di minoranza che all’unanimità avevano appoggiato la proposta di Ciro Alfieri.
«Una polemica strumentale», commenta il sindaco. «La clausola viene utilizzata solo quando il pubblico vuole favorire le categorie deboli, non nelle convenzioni con i privati. Oltretutto, gli emendamenti devono avere il parere favorevole dei dirigenti; in questo caso i nostri funzionari non erano convinti, quindi abbiamo deciso di bocciarla. In ogni caso, stiamo studiando un protocollo per favorire l’assunzione di torresi».
Roberta Miele