In particolare, secondo la Procura guidata da Maria Antonietta Troncone e i carabinieri del Gruppo Forestale di Caserta, i medici avrebbero prelevato campioni di sangue dai capi bufalini dei due allevamenti per effettuare in laboratori privati o nei propri uffici analisi “preventive”, realizzate cioè prima di quelle ufficiali previste dalla profilassi di Stato; lo scopo era accertare se qualche capo fosse affetto da brucellosi al fine di macellarlo in anticipo ed evitare che, in seguito alle analisi dell’Asl, l’allevamento finisse in quarantena.
Una brutta vicenda che vede ancora una volta protagonisti in negativo pubblici funzionari che ricoprono ruoli delicatissimi : a repentaglio la salute dei consumatori. Nella ferma convinzione che ogni individuo sia innocente fino a sentenza definitiva contraria rattrista l’idea di dover narrare episodi del genere che minano la già fragile fiducia della gente nel pubblico.
Alfonso Maria Liguori