“Sono trascorsi ormai 15 giorni, dalla nostra ultima richiesta d’incontro, – si legge – regolarmente protocollata sia al Comune sia presso il Locale Commissariato di Polizia, richiesta che avrebbe dovuto sortire delle risposte rispetto al precedente incontro di oltre un mese fa.
I lavoratori termali, che non rappresentano un peso, dovrebbero essere una risorsa, ma la la dannata ed inspiegabile fretta di pubblicare un bando, pasticciato e senza elementi essenziali per un vero rilancio del termalismo, la decisa volontà manifestata da qualche dirigente comunale ad intraprendere una strada dove il lavoro vero non è in alcun modo menzionato, l’assenza su questa problematica di un Segretario Comunale, consapevole delle criticità sociali circa la vertenza Terme, la volontà da parte di Sint e della Riformed a non comprendere volutamente che il lavoro è primario, mentre la valorizzazione degli immobili e la loro gestione, sono ben altro rispetto al rilancio del termalismo, sono tutti elementi che, a tirare le somme, nulla hanno a che vedere con il dramma LAVORO.
Richiediamo rispetto per la dignità dei lavoratori, nella consapevolezza che la Città non ha solo le Terme come annoso problema, ma è saturo di questioni sociali irrisolte, e proprio per questo non accettiamo che le Istituzioni, preposte alla salvaguardia dei diritti dei cittadini, al traghettare la macchina comunale verso le prossime elezioni siano assenti e poco inclini al dialogo.
Alla Politica stabiese, che si appresta a governare la Città, chiediamo uno scatto di orgoglio, faccia la sua parte oggi e dimostri il proprio attaccamento ad un vessillo cittadino, altrimenti, già da oggi, chiederemo che la Città non si fregi più del titolo “Castellammare Città delle Acque”, poiché suonerebbe come una ulteriore grave offesa ai suoi concittadini.
Ai Sindacati, che nulla hanno fatto per il LAVORO, che nulla hanno fatto per il Termalismo, diciamo che appaiono quantomeno grottesche, le strumentali e faziose interviste rilasciate, affermazioni che sono molto lontane dalla realtà, servivano, molto probabilmente, per depistare dalle reali problematiche, inoltre,rappresentano l’emblema della scarsa conoscenza sulla questione termale, dell’assenza di prospettive, di idee e soluzioni, da parte di chi è lautamente retribuito per occuparsi di sviluppo e politiche del lavoro.
Siamo certi che dal dialogo si possa uscire più forti, coesi e noi, continueremo la nostra lotta per il rilancio del termalismo, quello vero, non pezzottato, alla struttura commissariale, alla politica ed ai sindacati nel frattempo chiediamo: e voi cosa pensate di fare?”.